Metafore & Metamorfosi (ottobre)

LA BATTAGLIA DEI DRAGHI RIBELLI



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CAMBIARE IL MONDO

C'è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all'angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e le ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente.

జిడ్డు కృష్ణమూర్త
Jiddu Krishnamurti


Si può cambiare la nostra vita? C'è una vita senza conflitti? I conflitti sono violenza. C'è una continua lotta per essere qualcuno, sia nel mondo sia interiormente. Si lotta per lottare.
Possiamo veramente cambiare noi stessi? Questa è la vera domanda. Possiamo trasformare radicalmente la nostra psiche? Senza rimandare al futuro e senza e senza restare nel tempo? Siamo in grado di trasformare le nostre relazioni quotidiane? Il vero problema non è la condizione del mondo. Il mondo siamo noi. E' una realtà sempre più evidente, noi siamo il nostro mondo. Prendetene atto: il mondo siete voi. Il mondo non è altro che voi. E' un fatto evidente e terribile. Dobbiamo renderci conto e dobbiamo accettarlo: noi siamo il mondo con tutti i suoi errori. Ne siamo responsabili. Tutta la follia di ciò che avviene nel mondo, tutto dipende da noi. E anche se non siamo i diretti responsabili, ne sono responsabili i nostri nonni, i nostri avi. La schiavitù, le migliaia di guerre, la brutalità degli imperi fanno parte di noi. Se non ci sentiamo responsabili di tutto questo e di noi stessi, di ciò che facciamo o pensiamo e di come ci comportiamo, la situazione è davvero disperata.

జిడ్డు కృష్ణమూర్త
Jiddu Krishnamurti
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15 OTTOBRE


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ΑΘΗΝΑI 19.10.11

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SIC TRANSIT GLORIA MUNDI

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SPECIALITA' PESCE


Bobo e Stefania Craxi, Ignazio La Russa, Giuseppe Cossiga, Massimo D'Alema, Alessandro Forlani, Antonio Martino, Enrico La Loggia... Destra, sinistra o centro non conta, la lista dei figli di papà in politica è una costante. O una predisposizione genetica, a seconda dei punti di vista. Che cosa c'è di diverso rispetto alla prima repubblica, visto che ora ci sono Renzo Bossi il Trota e Cristiano Di Pietro il Cefalo? Una differenza forse c'è: questi sono ormai delle macchiette, delle caricature. Il Trota ha preso il posto di Francesco Totti e dei carabinieri delle barzellette più popolari, mentre il Cefalo, come dice il padre, ha fatto la "trafila".
Forse il cursus honorum della famiglia Di Pietro comprende l'intera gamma Bmw, visto che in coincidenza con l'elezione in consiglio provinciale, Cristiano si liberò della modesta Fiat Ulysse (regalatagli dal papà, ça va sans dire...) per passare ad una più confortevole Bmw X5, mentre oggi, dopo la "trafila", il rampollo del leader dell'Italia dei Valori scorrazza con una Bmw 530: trafila con doppio salto di qualità!
Oppure per "trafila" s'intende l'aver costituito, con gli altri rampolli di Tonino, Anna e Toto, la società "An.to.cri" (dove il cri sta per Cristiano), cui vennero intestati gli immobili di Roma e Milano poi affittati al partito per una cifra superiore alla rata del mutuo da pagare.
Oppure ancora "trafila" è stata l'attività documentata nelle intercettazioni dell'inchiesta "Global service". Cose edificanti del tipo:

Cristiano Di Pietro: ...Poi un’altra cosa, non so se la puoi fare questa cosa o meno… se hai la possibilità...
Mautone: Dimmi, dimmi.
Cristiano Di Pietro: Io ho un amico, però è ingegnere e sta a Bologna, volevo sapere se su Bologna c’era possibilità di trovargli qualcosa...
Mautone: Adesso vediamo, ci informiamo subito e vediamo.

Naturalmente l'attività di Cristiano Di Pietro è stata premiata e la richiesta immediatamente esaudita da Mautone, provveditore alle Opere Pubbliche della Campania, che gliene comunicò con gioia l’esito riservandosi di consegnargli materialmente il decreto di nomina per l'amico.
E lui, Tonino? "Le indagini vadano avanti, Cristiano però si è comportato male. Certamente senza alcuna rilevanza penale, ma a mio avviso, comunque, non opportuno e non corretto." Tutto qui? Si sa, i figli so' piezz 'e core...

Anche la Lega, per far contento Umberto Bossi e la sua signora, si tiene il Trota sotto le bandiere verdi della sinecura, che il Dio Po glielo conservi.


Perché il Trota, sia chiaro, deve avere gli stessi diritti e privilegi del babbo, a cominciare da quello di vivere (e vivere bene) di politica, sempre coi piedi al calduccio e senza mai lavorare, salvo affiggere un manifesto elettorale ogni tanto e, in tarda età, alzare il dito medio, sbadigliare e fare pernacchie.
O forse qualcuno, tra gli elettori della Lega Nord, ha l'ardire di pretendere che il poveretto, giovane di talento e nobili ascendenze, figlio del capotribù, si giochi la salute sudando alla catena di montaggio di una fabbrichetta o sui banchi di scuola per prendere la sufficienza, insomma facendo qualcosa che non sia dare il braccio per sorreggere il capotribù e sbadigliare con gli occhi a palla?
Lui, il Trota, si impegna a bere chinotto, fischiare alle tuse, andare allo stadio, tirare mattina con gli amici in discoteca e star dietro ai ciclisti del Giro della Padania, mentre il papà Umberto, orgoglioso di cotanto figlio, nonostante gli ictus, l'ischemia e il morbo di Alzheimer, prende la parola al Pian del Re, su alle sacre sorgenti del Po, e bofonchiando incomprensibili frasi ne loda la personalità di grande padano. Poi, dopo l'investitura, tutti a tavanare in compagnia, inneggiando al Trota come fosse uno dei fratelli Bandiera.
L'Italia tra un po' - secessione o no - non ci sarà più, l'economia va a picco, Berlusconi è alla frutta e loro, i beoti e contenti, gridano "Al riparo padani!", così come un tempo si gridava "Avanti Savoia!". Forza, tutti uniti alla Sacra Famiglia, nel cerchio sacro del sacro sole delle Alpi, sorridenti attorno a un bel pentolone fumigante di polenta e col dito medio alzato in segno di benvenuto! Tutti i leghisti una sola famiglia con la famiglia Bossi, col senatur, la sua signora, il Trota e tutti i suoi fratelli. Padani ancora uno sforzo, qui si fa la Padania o si muore! Giuriamo sulla sacra ampolla del Dio Po, e(v)viva (senza lavorare) il Trota!

Un tempo ormai lontano, quello di Mani Pulite, i padri di Renzo e Cristiano stavano dalla stessa parte, l'uno nelle piazze e l'altro nei tribunali. Erano il simbolo dell'abbattimento di un sistema fatto di ladrocinio e privilegi.
Poi hanno capito che lavorare stanca e che pure loro hanno figli da sistemare. Bossi e Di Pietro come Craxi e Forlani, pronti anche loro a far fruttare a proprio vantaggio le urne, con il Trota e il Cefalo a sguazzare con tutti gli altri pesci nella stessa acqua. (D)
P.S. Antonio Di Pietro, che ha da poco compiuto 61 anni ma è in pensione dall'età di 44, percepisce una pensione mensile di € 2.644,57 che cumula al suo stipendio di parlamentare di € 19.150,00 mensili.

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BONGO BONGO

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QUELLI CHE...


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