FARE IL DECLINO INARRESTABILE
Oscar Giannino il contaballe! Si diceva bilaureato (in giurisprudenza ed economia) e invece è solo un diplomato sfigato. Diceva di aver "conseguito il diploma in Corporate Finance e Public Finance presso la University of Chicago Booth School of Business" e non è vero.
Nelle ultime ore stanno circolando due video in cui il contaballe da Oscar parla dei suoi titoli accademici, e lo fa in maniera inequivocabile. Il primo video riguarda un incontro di Fermare il declino a Ferrara. Giannino-Pinocchio presenta Zingales e ricorda che “insegna anche all’università Chicago Booth, dove io ho preso il master in Corporate e Public Finance”.
Nelle ultime ore stanno circolando due video in cui il contaballe da Oscar parla dei suoi titoli accademici, e lo fa in maniera inequivocabile. Il primo video riguarda un incontro di Fermare il declino a Ferrara. Giannino-Pinocchio presenta Zingales e ricorda che “insegna anche all’università Chicago Booth, dove io ho preso il master in Corporate e Public Finance”.
Confermando, per altro, quanto aveva già dichiarato in una intervista a Repubblica-TV.
Ma un terzo video è addirittura del 2008(!) e proviene da un convegno dell’ASMVI, l'Associazione San Michele Valore Impresa
Nel suo intervento Giannino, vantandosi di tenere seminari alla Cattolica e alla Bocconi, racconta un aneddoto che riguarda proprio il suo fantomatico master: "Ricordate sempre quello che disse a me, il primo giorno del mio master a Chicago, quello che poi divenne Nobel... ehhm... Bob Arrow! Diceva: “La distinzione tra chi ha un titolo di studio inferiore può, al massimo, se starà male nella vita, rubare nelle carrozze dei treni. Chi ha un master, può rubare un’intera ferrovia”.
Caspita! Un master in cui avrebbe insegnato anche un premio Nobel! Peccato che, come riporta anche Dagospia, non esiste nessun Bob Arrow premio Nobel, semmai Kenneth Arrow, che però ha vinto il premio nel 1972, quando Giannino aveva 10 anni, e che comunque non risulta aver insegnato in un master a Chicago!
Insomma, quella che emerge è lunga una catena di bugie.
La verità, alla fine, è quella che lui stesso è costretto ad ammettere: "Ho dato solo qualche esame di legge... poi ho studiato per fatti miei".
Ma Giannino il contaballe non si ferma qui: le spara sempre più grosse...
In un'intervista al quotidiano Il foglio ha rivelato di aver cantato allo Zecchino d'Oro!
"Mi presentai alle selezioni con una canzone di Gianni Morandi. Una cosa che ricordo pure è che per partecipare alle selezioni bisognava impegnarsi ad acquistare un'enciclopedia per ragazzi molto diffusa all'epoca: 'Conoscere'. Ma ricordo soprattutto Mariele Ventre: bravissima, straordinaria. Una dedizione veramente infinita nell'inculcare la musica anche nel meno musicofilo dei bambini, fino ad ottenere risultati strepitosi".
Il contaballe ha spiegato che per ragioni famigliari dovette iscriversi usando il nome di una parente. Ma Cino Tortorella, il grande Mago Zurlì, raggiunto dalla trasmissione radio La Zanzara, ha smentito il sedicente Giannino affermando di aver controllato il registro dei bambini cantanti, sul quale non comparirebbe il nome del presunto giornalista.
Più di un dubbio - per la verità - era venuto a tanti, considerato che il Giannino nemmeno riesce a parlare in modo chiaro e comprensibile. Al più parlotta, bofonchia, biascica, farfuglia...figuriamoci cantare!
Ma Giannino avrà smesso di dire balle? No! L'inarrestabile Giannino non può fermarsi, contar balle è più forte di lui! Ed ecco allora la balla più grossa (e per me offensiva)!
Caspita! Un master in cui avrebbe insegnato anche un premio Nobel! Peccato che, come riporta anche Dagospia, non esiste nessun Bob Arrow premio Nobel, semmai Kenneth Arrow, che però ha vinto il premio nel 1972, quando Giannino aveva 10 anni, e che comunque non risulta aver insegnato in un master a Chicago!
Insomma, quella che emerge è lunga una catena di bugie.
La verità, alla fine, è quella che lui stesso è costretto ad ammettere: "Ho dato solo qualche esame di legge... poi ho studiato per fatti miei".
Ma Giannino il contaballe non si ferma qui: le spara sempre più grosse...
In un'intervista al quotidiano Il foglio ha rivelato di aver cantato allo Zecchino d'Oro!
"Mi presentai alle selezioni con una canzone di Gianni Morandi. Una cosa che ricordo pure è che per partecipare alle selezioni bisognava impegnarsi ad acquistare un'enciclopedia per ragazzi molto diffusa all'epoca: 'Conoscere'. Ma ricordo soprattutto Mariele Ventre: bravissima, straordinaria. Una dedizione veramente infinita nell'inculcare la musica anche nel meno musicofilo dei bambini, fino ad ottenere risultati strepitosi".
Il contaballe ha spiegato che per ragioni famigliari dovette iscriversi usando il nome di una parente. Ma Cino Tortorella, il grande Mago Zurlì, raggiunto dalla trasmissione radio La Zanzara, ha smentito il sedicente Giannino affermando di aver controllato il registro dei bambini cantanti, sul quale non comparirebbe il nome del presunto giornalista.
Più di un dubbio - per la verità - era venuto a tanti, considerato che il Giannino nemmeno riesce a parlare in modo chiaro e comprensibile. Al più parlotta, bofonchia, biascica, farfuglia...figuriamoci cantare!
Ma Giannino avrà smesso di dire balle? No! L'inarrestabile Giannino non può fermarsi, contar balle è più forte di lui! Ed ecco allora la balla più grossa (e per me offensiva)!
Sul risvolto della giacchettina, il nostro pinocchietto indossa il branch insignia del Signal Corps dell'U.S. Army (il reparto trasmissioni dell'esercito degli Stati Uniti). E a chi gliene chiede la ragione, lui spara la bugia più grossa di tutte: "mi ricorda un caro amico, poi morto in azione in Iraq, che ho conosciuto quando ero militare...e col quale mi ero preso anche a pugni."
Questo diminutivo fatto persona (a me sembra finto persino il nome... Controllate all'anagrafe!), non solo avrebbe fatto il militare, ma pure - udite udite - a cazzotti!
Giannino-rachitico che fa le risse senza paura di rovinarsi lo smalto delle unghie? Giannino-Tartarino di Tarascona che porta la divisa mentre marcia claudicando? Questa mezza sega è un contaballe da Oscar! Lui manco sa cos'è un fucile, e tanto meno un'uniforme (di rosa shocking non ne fanno e a lui - è risaputo - il verde-mimetico non dona).
Giannino è semplicemente un piccolo bugiardo! Non solo non ha la laurea, ma nemmeno il foglio matricolare! Lui in una caserma? Mi sarebbe tanto piaciuto vedere la scena! Vieni, Giannino...vieni.
P.S. Se il pagliaccio-giannino vuole, foglio matricolare e laurea (con annessa abilitazione) glieli regalo io... Per lo Zecchino d'Oro invece, mi dispiace, non posso far niente: sono stonato.
P.P.S. Inside Out (la mia Finfy) dice che tra poco Giannino-narcisino dirà pure di essere l'autore de "Il Pulcino Pio"... Io le dico che no, che al di là della somiglianza fisica col Pulcino, non arriverà mai a tanto, non avrà mai tanto ardire. Ma in realtà temo che sì... prima o poi dirà anche questo!
Questo diminutivo fatto persona (a me sembra finto persino il nome... Controllate all'anagrafe!), non solo avrebbe fatto il militare, ma pure - udite udite - a cazzotti!
Giannino-rachitico che fa le risse senza paura di rovinarsi lo smalto delle unghie? Giannino-Tartarino di Tarascona che porta la divisa mentre marcia claudicando? Questa mezza sega è un contaballe da Oscar! Lui manco sa cos'è un fucile, e tanto meno un'uniforme (di rosa shocking non ne fanno e a lui - è risaputo - il verde-mimetico non dona).
Giannino è semplicemente un piccolo bugiardo! Non solo non ha la laurea, ma nemmeno il foglio matricolare! Lui in una caserma? Mi sarebbe tanto piaciuto vedere la scena! Vieni, Giannino...vieni.
P.S. Se il pagliaccio-giannino vuole, foglio matricolare e laurea (con annessa abilitazione) glieli regalo io... Per lo Zecchino d'Oro invece, mi dispiace, non posso far niente: sono stonato.
P.P.S. Inside Out (la mia Finfy) dice che tra poco Giannino-narcisino dirà pure di essere l'autore de "Il Pulcino Pio"... Io le dico che no, che al di là della somiglianza fisica col Pulcino, non arriverà mai a tanto, non avrà mai tanto ardire. Ma in realtà temo che sì... prima o poi dirà anche questo!
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GIANNINO-TARTARINO DI TARASCONA
L’istinto suggerisce di non accanirsi, di apprezzare l’autodafé e le dimissioni a metà (cioè da presidente, ma non da candidato), che di questi tempi sono già una gran cosa. E però qualcosa nel caso di Oscar Giannino ci preoccupa. Una laurea inventata, e vabbè. Un’altra laurea di fantasia, e ri-vabbé. Quanto al master alla scuola degli economisti di Chicago, non averlo conseguito è un titolo di merito, se si pensa a che razza di genìa erano quei ceffi nipotini di Milton Friedman, e conosco certi amici cileni che vorrebbero farci una chiacchierata (io li odio, i liberisti dell’Illinois!). Ma farsi smentire dal Mago Zurlì su una vantata e mai avvenuta partecipazione allo Zecchino d’Oro è troppo per chiunque. La pietà è una bella cosa, ma non funziona se si è piegati in due dal ridere.
Il timore, per noi umili cronisti, lo sapete, è sempre quello di prendere il “buco”, di scoprire che domani qualche giornale pubblica notizie che noi non abbiamo. E questo ci obbliga a portarci avanti col lavoro.
Per esempio, non è vero che Giannino assistette da vicino all’omicidio Kennedy, come ha più volte sostenuto: quel giorno era a Viterbo, quindi il suo ruolo di supertestimone della commissione Warren traballa un po’. È vero che nelle foto sgranate di Dallas si vede un tipo vestito come il nonno dell’abate Faria, ma non era lui.
Non abbiamo trovato sue tracce nelle formazioni di Barcellona, Real Saragozza e Atletico Bilbao, dove pur dice spesso di aver giocato in gioventù con buoni risultati (addirittura una tripletta al Real Madrid, sostiene, pur facendo il portiere). Una cosa è sicura, abbiamo controllato accuratamente: non è stato Giannino a inventare il Moplen, anche se se ne vanta spesso con gli amici Napoleone e Giulio Cesare, che gli credono sulla parola quando si scordano di prendere le pillole. Molti dubbi anche sulla sua carriera di chef come assistente del re dei cuochi Ferran Adrià per cui creava – si legge nel curriculum – “la famosa emulsione di cozze e segatura di faggio con l’azoto liquido”. Di sicuro si sa che in passato votò per Berlusconi, attratto dalle sue convinzioni liberali, il che conferma la nota teoria che i mitomani si attirano a vicenda. È invece certamente realizzata con le decalcomanie la pergamena appesa nel suo studio, che certifica il premio Nobel per la chimica vinto nel ’91 per la messa a punto del processo di trasformazione del moscato in idrocarburi. È vero però che scriveva sul Foglio e su Libero, e questo non alleggerisce la sua posizione.
Non è vero, come disse una volta in tivù, che trovò impiego come controfigura di Zorro, a Hollywood negli anni Cinquanta. Dove del resto non interpretò la famosa domestica di colore di Rossella O’Hara in Via col vento, come ha sostenuto durante un comizio a Carugate. Un fax della Nasa smentisce l’accreditata teoria di Oscar Giannino terzo uomo sulla Luna: “Se ci è andato – dicono da Cape Canaveral – lo ha fatto con mezzi suoi, noi non ne sappiano niente, chiedete all’economista Zingales che ha una bella macchina”.
Purtroppo in così pochi giorni non siamo riusciti a controllare tutto, per cui accettiamo con beneficio d’inventario alcuni punti della sua biografia: massaggiatore di Carlos Monzon prima dell’incontro con Nino Benvenuti, paroliere di Fred Buongusto dal ’67 al ’74, guerrigliero ceceno e negoziatore segreto ai tempi del rapimento di Paul Getty Junior. Può essere che sia tutto vero, dannazione, lo scopriranno sicuramente colleghi più bravi di noi. Peccato.
Alessandro Robecchi
Il timore, per noi umili cronisti, lo sapete, è sempre quello di prendere il “buco”, di scoprire che domani qualche giornale pubblica notizie che noi non abbiamo. E questo ci obbliga a portarci avanti col lavoro.
Per esempio, non è vero che Giannino assistette da vicino all’omicidio Kennedy, come ha più volte sostenuto: quel giorno era a Viterbo, quindi il suo ruolo di supertestimone della commissione Warren traballa un po’. È vero che nelle foto sgranate di Dallas si vede un tipo vestito come il nonno dell’abate Faria, ma non era lui.
Non abbiamo trovato sue tracce nelle formazioni di Barcellona, Real Saragozza e Atletico Bilbao, dove pur dice spesso di aver giocato in gioventù con buoni risultati (addirittura una tripletta al Real Madrid, sostiene, pur facendo il portiere). Una cosa è sicura, abbiamo controllato accuratamente: non è stato Giannino a inventare il Moplen, anche se se ne vanta spesso con gli amici Napoleone e Giulio Cesare, che gli credono sulla parola quando si scordano di prendere le pillole. Molti dubbi anche sulla sua carriera di chef come assistente del re dei cuochi Ferran Adrià per cui creava – si legge nel curriculum – “la famosa emulsione di cozze e segatura di faggio con l’azoto liquido”. Di sicuro si sa che in passato votò per Berlusconi, attratto dalle sue convinzioni liberali, il che conferma la nota teoria che i mitomani si attirano a vicenda. È invece certamente realizzata con le decalcomanie la pergamena appesa nel suo studio, che certifica il premio Nobel per la chimica vinto nel ’91 per la messa a punto del processo di trasformazione del moscato in idrocarburi. È vero però che scriveva sul Foglio e su Libero, e questo non alleggerisce la sua posizione.
Non è vero, come disse una volta in tivù, che trovò impiego come controfigura di Zorro, a Hollywood negli anni Cinquanta. Dove del resto non interpretò la famosa domestica di colore di Rossella O’Hara in Via col vento, come ha sostenuto durante un comizio a Carugate. Un fax della Nasa smentisce l’accreditata teoria di Oscar Giannino terzo uomo sulla Luna: “Se ci è andato – dicono da Cape Canaveral – lo ha fatto con mezzi suoi, noi non ne sappiano niente, chiedete all’economista Zingales che ha una bella macchina”.
Purtroppo in così pochi giorni non siamo riusciti a controllare tutto, per cui accettiamo con beneficio d’inventario alcuni punti della sua biografia: massaggiatore di Carlos Monzon prima dell’incontro con Nino Benvenuti, paroliere di Fred Buongusto dal ’67 al ’74, guerrigliero ceceno e negoziatore segreto ai tempi del rapimento di Paul Getty Junior. Può essere che sia tutto vero, dannazione, lo scopriranno sicuramente colleghi più bravi di noi. Peccato.
Alessandro Robecchi
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IL LAUREATO IMMAGINARIO
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L'ARTE DEL BUGIARDO
Rapido riassunto. Oscar Giannino non ha un master alla University of Chicago-Booth School of Business. Non ha nemmeno le due lauree, una in giurisprudenza e una in economia. Di lauree, in realtà, non ne ha neanche una.
Questo nonostante il movimento di cui è leader si fondi su meritocrazia, trasparenza e un bel po' di malcelato senso (sabaudo) di superiorità professorale.
Lui, l'Oscar-bugiardo, parlava dei suoi prestigiosi "titoli" farfugliandoli in una sorta di supercazzola, bofonchiando e biascicando le parole e gonfiando il poco petto e un ego fin troppo sviluppato.
Cosa da poco? No, cosa gravissima! Questa persona è spregevole perché ha costruito un'intera carriera d'impostore puntellando la sua credibilità con false credenziali di pluri-laureato e "masterizzato".
Per anni lui, diplomato (forse) del liceo, si è spacciato, davanti a migliaia di persone, professori e platee, non solo per un laureato, ma per un pluri-laureato con super-master (uno dei più prestigiosi al mondo).
Come se non bastasse ha ripetutamente mentito quando, messo di fronte alla verità, ha sostenuto e spergiurato che non un euro sarebbe entrato nelle sue tasche, non un beneficio, non un avanzamento di carriera sarebbe avvenuto grazie ai suoi falsi titoli.
Davanti ad una Daria Bignardi esterrefatta ha sostenuto (nell'intervista alle Invasioni barbariche) che in casi come questi bisognerebbe distinguere tra due livelli di gravità: l'uso privato, che sarebbe a suo dire "dadaista", innocente e quasi scherzoso, e l'uso pubblico, questo sì scorretto perché fatto per ottenere un posto o partecipare ad un concorso. "Non ho mai una sola volta speso titoli o credenziali che non ho per candidarmi o ottenere cariche, incarichi, pubblicamente retribuiti".
Oltre che tenere un atteggiamento da stronzo, Giannino-cretino fa ricorso ad una tecnica tipica dei bugiardi di professione: quella di mischiare le carte, confondere le acque.
E' vero, Giannino non ha mai partecipato a concorsi o assunto incarichi pubblici coi suoi titoli falsi. Ma questo non l'ha fatto semplicemente perché, se l'avesse fatto, avrebbe dovuto presentare i certificati delle sue inesistenti lauree e del suo finto master, e non sarebbe andato molto lontano. Soprattutto non senza conseguenze.
Se infatti il Giannino-bugiardino avesse anche solo "autocertificato" (con una dichiarazione sostitutiva di notorietà) di possedere titoli per concorrere ad un posto o partecipare ad un concorso, avrebbe commesso uno o più reati penali (falso ideologico, falso materiale, truffa, ecc... per non parlare di eventuali reati per "induzione", traendo in inganno la Pubblica Amministrazione) e a quest'ora ci saremmo già liberati di lui.
Invece il Giannino-Pinocchio ha millantato titoli nella vita di ogni giorno, ottenendone così incarichi, consulenze, lezioni e seminari, notorietà o anche semplice credibilità nel settore. Non siamo nel penale, ma siamo comunque nel campo delle gravissime responsabilità morali e politiche, le stesse che Giannino-Censore ha sempre "rinfacciato" ai suoi interlocutori "sine titulo" e senza eccellenza meritocratica e/o accademica. In pratica Giannino-Pipino ha "usurpato" un ruolo, quello di economista (su LiberoMercato, Il Foglio, Finanza & Mercati, Il Riformista, Sole24Ore, ecc..) che magari sarebbe spettato "meritocraticamente" ad uno dei tanti brillanti giovani laureati, di valore ma disoccupati, che ci sono nel nostro Paese.
Per non parlare poi dell'ambito accademico, congressuale, che lui ha "abusivamente" bazzicato, da clandestino, in tutti questi anni! In quegli ambienti non puoi presentarti come un "quisque de populo" ma, come Giannino-Cretinetti ben sa, devi fornire un curriculum, possibilmente prestigioso, così da avere credibilità accademica e riscuotere consensi. Davanti agli studenti della Cattolica o della Bocconi, Giannino-Pipino non si sarebbe potuto presentare come un semplice diplomato al liceo! E quanti partecipavano ai suoi seminari, o le istituzioni che quei seminari finanziavano, pagavano centinaia di migliaia di euro per prender parte a un master o promuovere un seminario dove il Giannino-Pinocchio avrebbe sciorinato le sue supercazzole!
Moltiplichiamo il tutto per quante lezioni, interventi, seminari, master, conferenze, giurie, comitati, ecc... negli ultimi vent'anni hanno avuto Giannino protagonista come oratore, panelist, discussant, giornalista, presentatore, moderatore... chiamatelo come vi pare, e poi chiediamoci: quanto ha guadagnato indebitamente Giannino-Wanna Marchi? Quanti soldi ha preso con la sua impostura?
Ecco perché in nessuna di queste occasioni, cui ha partecipato col suo ricco e prestigioso corredo di titoli, a chi lo presentava, o a chi aveva redatto le brochure, i manifesti, le locandine o le agenzie di stampa, il Giannino-Pinocchio ha mai detto: "No, scusate, non sono dottore, sono solo un diplomato al liceo. Non ho studiato dieci anni per ottenere due lauree e un master in America, sono solo un autodidatta". Non lo ha fatto perché altrimenti non avrebbe potuto più lucrare soldi e prestigio!
Oltretutto Giannino-bugiardino, dopo lo sputtanamento per opera del professor Zingales, ha tentato pure pateticamente di negare l'evidenza. Ha detto che i titoli gli erano stati attribuiti a sua insaputa ("il curriculum sbagliato sul sito dell'istituto Bruno Leoni è dovuto ad un giovane stagista che ha preso e messo dentro quanto trovato su Wikipedia"), trasformandosi nel tipico e meschino politicante italiota che svicola dalle proprie responsabilità. "Io non ho preso master alla Chicago Booth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese. Bastava chiederlo, e avrei risposto. Sono da decenni giornalista e non ho mai usato presunti titoli accademici, che non ho, per carriere che non mi competono".
Poi però, messo di fronte alle prove e i video, è stato costretto ad ammettere l'"errore".
Dall'intervista a Daria Bignardi per le Invasioni Barbariche si capisce chiaramente perché l'ha fatto. L'ha fatto perché "il pezzo di carta" gli serviva. Gli serviva un curriculum debitamente gonfiato e senza il quale non avrebbe potuto fare tutte le cose che ha fatto, avere tutti i soldi che ha. Così come il pezzo di carta serviva al Trota, anche se scritto in albanese, purché col timbro. Giannino e il Trota hanno millantato.
Lo hanno fatto perché avevano bisogno di un'aura di autorevolezza che - non c'è niente da fare - solo un percorso accademico può dare. Il fatto che uno dei due sia meno cretino dell'altro non cambia la sostanza delle cose. Infatti Giannino-bugiardino sa benissimo che con tutta la buona volontà si può essere saggista, giornalista, opinionista, ecc... ma non economista senza laurea in economia. Un economista è per definizione un accademico che ha un dottorato in economia o che comunque fa ricerca economica. Quindi Giannino, partito tanti anni fa da Torino col suo diplomuccio in tasca per fare il lecchino di partito, prima pubblicista poi giornalista addetto stampa del PRI, in tutti questi anni non s'è mai mosso da lì... Non è mai andato oltre lo zero! (D*)
Questo nonostante il movimento di cui è leader si fondi su meritocrazia, trasparenza e un bel po' di malcelato senso (sabaudo) di superiorità professorale.
Lui, l'Oscar-bugiardo, parlava dei suoi prestigiosi "titoli" farfugliandoli in una sorta di supercazzola, bofonchiando e biascicando le parole e gonfiando il poco petto e un ego fin troppo sviluppato.
Cosa da poco? No, cosa gravissima! Questa persona è spregevole perché ha costruito un'intera carriera d'impostore puntellando la sua credibilità con false credenziali di pluri-laureato e "masterizzato".
Per anni lui, diplomato (forse) del liceo, si è spacciato, davanti a migliaia di persone, professori e platee, non solo per un laureato, ma per un pluri-laureato con super-master (uno dei più prestigiosi al mondo).
Come se non bastasse ha ripetutamente mentito quando, messo di fronte alla verità, ha sostenuto e spergiurato che non un euro sarebbe entrato nelle sue tasche, non un beneficio, non un avanzamento di carriera sarebbe avvenuto grazie ai suoi falsi titoli.
Davanti ad una Daria Bignardi esterrefatta ha sostenuto (nell'intervista alle Invasioni barbariche) che in casi come questi bisognerebbe distinguere tra due livelli di gravità: l'uso privato, che sarebbe a suo dire "dadaista", innocente e quasi scherzoso, e l'uso pubblico, questo sì scorretto perché fatto per ottenere un posto o partecipare ad un concorso. "Non ho mai una sola volta speso titoli o credenziali che non ho per candidarmi o ottenere cariche, incarichi, pubblicamente retribuiti".
Oltre che tenere un atteggiamento da stronzo, Giannino-cretino fa ricorso ad una tecnica tipica dei bugiardi di professione: quella di mischiare le carte, confondere le acque.
E' vero, Giannino non ha mai partecipato a concorsi o assunto incarichi pubblici coi suoi titoli falsi. Ma questo non l'ha fatto semplicemente perché, se l'avesse fatto, avrebbe dovuto presentare i certificati delle sue inesistenti lauree e del suo finto master, e non sarebbe andato molto lontano. Soprattutto non senza conseguenze.
Se infatti il Giannino-bugiardino avesse anche solo "autocertificato" (con una dichiarazione sostitutiva di notorietà) di possedere titoli per concorrere ad un posto o partecipare ad un concorso, avrebbe commesso uno o più reati penali (falso ideologico, falso materiale, truffa, ecc... per non parlare di eventuali reati per "induzione", traendo in inganno la Pubblica Amministrazione) e a quest'ora ci saremmo già liberati di lui.
Invece il Giannino-Pinocchio ha millantato titoli nella vita di ogni giorno, ottenendone così incarichi, consulenze, lezioni e seminari, notorietà o anche semplice credibilità nel settore. Non siamo nel penale, ma siamo comunque nel campo delle gravissime responsabilità morali e politiche, le stesse che Giannino-Censore ha sempre "rinfacciato" ai suoi interlocutori "sine titulo" e senza eccellenza meritocratica e/o accademica. In pratica Giannino-Pipino ha "usurpato" un ruolo, quello di economista (su LiberoMercato, Il Foglio, Finanza & Mercati, Il Riformista, Sole24Ore, ecc..) che magari sarebbe spettato "meritocraticamente" ad uno dei tanti brillanti giovani laureati, di valore ma disoccupati, che ci sono nel nostro Paese.
Per non parlare poi dell'ambito accademico, congressuale, che lui ha "abusivamente" bazzicato, da clandestino, in tutti questi anni! In quegli ambienti non puoi presentarti come un "quisque de populo" ma, come Giannino-Cretinetti ben sa, devi fornire un curriculum, possibilmente prestigioso, così da avere credibilità accademica e riscuotere consensi. Davanti agli studenti della Cattolica o della Bocconi, Giannino-Pipino non si sarebbe potuto presentare come un semplice diplomato al liceo! E quanti partecipavano ai suoi seminari, o le istituzioni che quei seminari finanziavano, pagavano centinaia di migliaia di euro per prender parte a un master o promuovere un seminario dove il Giannino-Pinocchio avrebbe sciorinato le sue supercazzole!
Moltiplichiamo il tutto per quante lezioni, interventi, seminari, master, conferenze, giurie, comitati, ecc... negli ultimi vent'anni hanno avuto Giannino protagonista come oratore, panelist, discussant, giornalista, presentatore, moderatore... chiamatelo come vi pare, e poi chiediamoci: quanto ha guadagnato indebitamente Giannino-Wanna Marchi? Quanti soldi ha preso con la sua impostura?
Ecco perché in nessuna di queste occasioni, cui ha partecipato col suo ricco e prestigioso corredo di titoli, a chi lo presentava, o a chi aveva redatto le brochure, i manifesti, le locandine o le agenzie di stampa, il Giannino-Pinocchio ha mai detto: "No, scusate, non sono dottore, sono solo un diplomato al liceo. Non ho studiato dieci anni per ottenere due lauree e un master in America, sono solo un autodidatta". Non lo ha fatto perché altrimenti non avrebbe potuto più lucrare soldi e prestigio!
Oltretutto Giannino-bugiardino, dopo lo sputtanamento per opera del professor Zingales, ha tentato pure pateticamente di negare l'evidenza. Ha detto che i titoli gli erano stati attribuiti a sua insaputa ("il curriculum sbagliato sul sito dell'istituto Bruno Leoni è dovuto ad un giovane stagista che ha preso e messo dentro quanto trovato su Wikipedia"), trasformandosi nel tipico e meschino politicante italiota che svicola dalle proprie responsabilità. "Io non ho preso master alla Chicago Booth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese. Bastava chiederlo, e avrei risposto. Sono da decenni giornalista e non ho mai usato presunti titoli accademici, che non ho, per carriere che non mi competono".
Poi però, messo di fronte alle prove e i video, è stato costretto ad ammettere l'"errore".
Dall'intervista a Daria Bignardi per le Invasioni Barbariche si capisce chiaramente perché l'ha fatto. L'ha fatto perché "il pezzo di carta" gli serviva. Gli serviva un curriculum debitamente gonfiato e senza il quale non avrebbe potuto fare tutte le cose che ha fatto, avere tutti i soldi che ha. Così come il pezzo di carta serviva al Trota, anche se scritto in albanese, purché col timbro. Giannino e il Trota hanno millantato.
Lo hanno fatto perché avevano bisogno di un'aura di autorevolezza che - non c'è niente da fare - solo un percorso accademico può dare. Il fatto che uno dei due sia meno cretino dell'altro non cambia la sostanza delle cose. Infatti Giannino-bugiardino sa benissimo che con tutta la buona volontà si può essere saggista, giornalista, opinionista, ecc... ma non economista senza laurea in economia. Un economista è per definizione un accademico che ha un dottorato in economia o che comunque fa ricerca economica. Quindi Giannino, partito tanti anni fa da Torino col suo diplomuccio in tasca per fare il lecchino di partito, prima pubblicista poi giornalista addetto stampa del PRI, in tutti questi anni non s'è mai mosso da lì... Non è mai andato oltre lo zero! (D*)
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IL CAPPELLAIO MATTO
Oscar è un dandy? La mia risposta è una sola. L’impostore è una figura centrale della vita pubblica italiana. La storia del nostro Paese ce lo dimostra. Anche quando non c’era la tv ma c’era la radio o il cine.
L’impostore nasce perchè sa dire bugie a se stesso (sono talmente bravo e spudorato che posso permettermi tutto) e confida che le sue bugie prendono valore, diventano verità, per la maschera vera o verbale che "indossano".
Esempio, Mussolini era un grande comunicatore (grandi schermi, microfoni, piazze e balconi), e aveva la capacità di calarsi nei ruoli prescelti e renderli irresistibili.
Oscar non ha osato tanto ma è stato a lungo in grado di imporsi, credendo in se stesso e nelle sue bugie, e credendo di potere imporre le bugie e la sua scanzonata verve. Un impostore/premier, aspirante premier.
Non è più tempo, spero, di dittatori, ma aumenta il numero degli impostori, una fascinazione non solo italiana, certo, ma che le tv, le radio, i media incoraggiano.
Vitamine di bugie, bugie elargite e bugie che si guardano senza scandalo, quasi con simpatia. L’impostore è il giocatore per eccellenza in un Paese che verso di loro sente deferenza, specie se ha l’abilità di predere tutti in giro, convinto di farcela.
Le bugie del resto abitano in noi e cerchiano di continuo qualcuno che ce le racconti. Lo smercio delle Vitamine è al trionfo.
E se crolla la bugia? Non importa. Avanti un altro.
Italo Moscati
L’impostore nasce perchè sa dire bugie a se stesso (sono talmente bravo e spudorato che posso permettermi tutto) e confida che le sue bugie prendono valore, diventano verità, per la maschera vera o verbale che "indossano".
Esempio, Mussolini era un grande comunicatore (grandi schermi, microfoni, piazze e balconi), e aveva la capacità di calarsi nei ruoli prescelti e renderli irresistibili.
Oscar non ha osato tanto ma è stato a lungo in grado di imporsi, credendo in se stesso e nelle sue bugie, e credendo di potere imporre le bugie e la sua scanzonata verve. Un impostore/premier, aspirante premier.
Non è più tempo, spero, di dittatori, ma aumenta il numero degli impostori, una fascinazione non solo italiana, certo, ma che le tv, le radio, i media incoraggiano.
Vitamine di bugie, bugie elargite e bugie che si guardano senza scandalo, quasi con simpatia. L’impostore è il giocatore per eccellenza in un Paese che verso di loro sente deferenza, specie se ha l’abilità di predere tutti in giro, convinto di farcela.
Le bugie del resto abitano in noi e cerchiano di continuo qualcuno che ce le racconti. Lo smercio delle Vitamine è al trionfo.
E se crolla la bugia? Non importa. Avanti un altro.
Italo Moscati
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GIANNINO MAGISTRATO
"Mi laureai in giurisprudenza, feci il tirocinio, stavo per entrare in magistratura, ma poi rifiutati"
E dopo il Giannino bilaureato, ecco anche il Giannino magistrato!
Nel 2009, in un blog si parlava del processo Mills e il Giannino-Pinocchio, rispondendo in un commento ad un altro utente che lo invitava a dire quale fosse l’origine delle sue competenze giuridiche, scrisse: "...sbagli nel pensare che siano chiacchiere ripetute orecchiate dagli avvocati, sbagli nel dire che i miei argomenti 'non stanno nè in cielo né in terra', e provo a dartene gli estremi. Con misura, perché non mi sembra utile dire a chi non la pensa come me che viene dal pianeta rosso…". E quindi aggiunse: "no, non esercito. dopo il prescritto tirocinio, ormai 22 anni fa superai scritti e poi orali del concorso per l’accesso alla magistratura, ma rifiutai l’assegnazione a ruolo, allora ero portavoce nazionale del Pri”.
Ormai quella che viene fuori è la figura di un mitomane, un malato, un individuo che si inventa di tutto e di più.
Nel 2009, in un blog si parlava del processo Mills e il Giannino-Pinocchio, rispondendo in un commento ad un altro utente che lo invitava a dire quale fosse l’origine delle sue competenze giuridiche, scrisse: "...sbagli nel pensare che siano chiacchiere ripetute orecchiate dagli avvocati, sbagli nel dire che i miei argomenti 'non stanno nè in cielo né in terra', e provo a dartene gli estremi. Con misura, perché non mi sembra utile dire a chi non la pensa come me che viene dal pianeta rosso…". E quindi aggiunse: "no, non esercito. dopo il prescritto tirocinio, ormai 22 anni fa superai scritti e poi orali del concorso per l’accesso alla magistratura, ma rifiutai l’assegnazione a ruolo, allora ero portavoce nazionale del Pri”.
Ormai quella che viene fuori è la figura di un mitomane, un malato, un individuo che si inventa di tutto e di più.
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GIANNINO, BUSH E LA THATCHER
Altra megaballa! Giannino-pinocchio racconta di quando - addirittura - si trovava ad Aspen mentre il Kwait era appena stato invaso dalle truppe di Saddam Hussein.
Il pallista-Giannino con disinvoltura bofonchia (ma sarà capace di parlare in modo intellegibile!? Sembra non abbia i denti...Boh!?): "Ero lì con il presidente Bush padre e la Thatcher...".
Il bugiardo da Oscar continua e riferisce quindi delle presunte parole della Tatcher... "una cosa che non è mai uscita sui giornali". Il leader dei pagliacci spiega che la Lady di Ferro gli parlò (a lui!?) "per non più di un minuto e mezzo". Cosa disse? Disse che "il presidente Bush ha ragione, ci vorrà la diplomazia. Ma ora vi dico - spiegava Giannino-pagliaccino impersonando la Tatcher - che forte della lezione dei nostri padri, ci sarà bisogno dell'ultimo linguaggio che la gente come Saddam Hussein comprende: la forza".
Il bugiardo conclude dicendo che quelle parole "io non me le dimenticherò mai".
Nemmeno noi le sue, se per questo. Dunque, Giannino è nato (un po' rachitico, ma è nato) nel 1961. L'invasione del Kwait avvenne il 2 agosto del 1990.
Conclusione: il pagliaccio-Giannino, anche che sembra Cariatide del gruppo T.N.T., all'epoca dell'invasione del Kwait aveva 29 anni. E vuole darci a bere che lui, a 29 anni(!), era presente ad una riunione "riservata" ed ha parlato con la Thatcher!! Giannino Giannino... è stato prima o dopo il master di Chicago?
Questa persona è chiaramente malata! Fatelo curare!
Il pallista-Giannino con disinvoltura bofonchia (ma sarà capace di parlare in modo intellegibile!? Sembra non abbia i denti...Boh!?): "Ero lì con il presidente Bush padre e la Thatcher...".
Il bugiardo da Oscar continua e riferisce quindi delle presunte parole della Tatcher... "una cosa che non è mai uscita sui giornali". Il leader dei pagliacci spiega che la Lady di Ferro gli parlò (a lui!?) "per non più di un minuto e mezzo". Cosa disse? Disse che "il presidente Bush ha ragione, ci vorrà la diplomazia. Ma ora vi dico - spiegava Giannino-pagliaccino impersonando la Tatcher - che forte della lezione dei nostri padri, ci sarà bisogno dell'ultimo linguaggio che la gente come Saddam Hussein comprende: la forza".
Il bugiardo conclude dicendo che quelle parole "io non me le dimenticherò mai".
Nemmeno noi le sue, se per questo. Dunque, Giannino è nato (un po' rachitico, ma è nato) nel 1961. L'invasione del Kwait avvenne il 2 agosto del 1990.
Conclusione: il pagliaccio-Giannino, anche che sembra Cariatide del gruppo T.N.T., all'epoca dell'invasione del Kwait aveva 29 anni. E vuole darci a bere che lui, a 29 anni(!), era presente ad una riunione "riservata" ed ha parlato con la Thatcher!! Giannino Giannino... è stato prima o dopo il master di Chicago?
Questa persona è chiaramente malata! Fatelo curare!
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IL MEDICO CURANTE DI GIANNINO
A metà anni ’70 Umberto Bossi, che si era iscritto alla Facoltà di Medicina di Pavia, annunciò che dopo "brillanti studi" aveva conseguito la laurea.
Organizzò ben tre feste di laurea per celebrare la conclusione degli studi.
Nel 1975 sposò Gigliola Guidali, una commessa di Gallarate.
L'Umberto però, all'insaputa della moglie, era ancora iscritto alla Facoltà di Medicina e non aveva un lavoro. La moglie comincia ad accorgersi che qualcosa non "quadra", come amano dire i leghisti. Nel 1982 la Guidali, stufa di questa situazione, chiederà la separazione. In seguito, la prima moglie di Bossi riferirà in un’intervista che “Umberto usciva tutte le mattine di casa con la valigetta da dottore, dicendole 'ciao amore, vado in ospedale', senza essersi però mai laureato..."
Poi, come sappiamo, arrivò Renzo Bossi detto “il Trota”, che seguendo le orme del padre si laureò brillantemente all’Università Kristal di Tirana, in Albania... E la storia continua.
Nel 1975 sposò Gigliola Guidali, una commessa di Gallarate.
L'Umberto però, all'insaputa della moglie, era ancora iscritto alla Facoltà di Medicina e non aveva un lavoro. La moglie comincia ad accorgersi che qualcosa non "quadra", come amano dire i leghisti. Nel 1982 la Guidali, stufa di questa situazione, chiederà la separazione. In seguito, la prima moglie di Bossi riferirà in un’intervista che “Umberto usciva tutte le mattine di casa con la valigetta da dottore, dicendole 'ciao amore, vado in ospedale', senza essersi però mai laureato..."
Poi, come sappiamo, arrivò Renzo Bossi detto “il Trota”, che seguendo le orme del padre si laureò brillantemente all’Università Kristal di Tirana, in Albania... E la storia continua.
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