Metafore & Metamorfosi (gennaio)

день памяти жертв Холокоста

Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa, e precisamente la 60ª Armata del Primo Fronte Ucraino, arrivò nella cittadina polacca di Oswieçim (in tedesco Auschwitz). Le avanguardie più veloci, al comando del maresciallo Ivan Stephanovic Koniev, raggiunsero il complesso di Auschwitz-Birkenau-Monowitz. Verso le ore 15:00 i soldati sovietici abbatterono i cancelli del campo di sterminio e liberarono circa 7.650 prigionieri.


Con una risoluzione del 2005, l’ONU ha stabilito proprio la data del 27 gennaio, come giorno in cui ricordare lo sterminio, da parte dei nazifascisti, di circa 6 milioni di ebrei. E' il “Giorno della memoria”... ma quanto alla ragione della scelta di tale data, la maggior parte dei media si guardano bene dal ricordarlo.
______________________


HO UN RIGURGITO ANTIFASCISTA


Questo stronzetto occhialuto ed ilare è Mario Andrea Vattani, rampollo dell'ambasciator Umberto, diplomatico per discendenza ed antico privilegio dinastico. Alla fine degli anni '80 venne anche indagato e poi prosciolto, assieme ad altri militanti di estrema destra, per il pestaggio di due giovani di sinistra davanti al cinema Capranica a Roma. La cosa però non ha minimamente impedito al giovane virgulto di entrare in diplomazia, appena un anno dopo la laurea in scienze politiche! Il fighetto figlio di papà è stato anche per due volte "consigliere diplomatico" di Gianni Alemanno, prima al ministero dell'agricoltura (2001-2003) e poi al comune di Roma (2008-2011), col modico salario di 488 mila euro l'anno! Adesso fa il console e ministro plenipotenziario ad Osaka (paese della moglie). Per coprire il ruolo l'hanno pure promosso da consigliere di legazione a consigliere d'ambasciata con un anno di abbuono: quattro anni d'anzianità anziché cinque! Ma Lui, si sa, può tutto... E' razza superiore!
Il cretino (i cretini sono sempre attivi) è anche leader di gruppi musicali "fasciorock" (Sottofasciasemplice e Intolleranza) e negli ambienti neofascisti di Casapound si fa chiamare col nome di Katanga.
E sì, perché questa testa pelatissima, in arte Katanga, ha solo tre passioni nella vita: la Repubblica di Salò, il rock e naturalmente Lui, caro lei. Fa saluti romani nei concerti di Casa Pound, inscena grottesche celebrazioni della bandiera nera dei repubblichini, ma soprattutto fa ironie sulla "Repubblica dei Depurati", la stessa Repubblica che, ogni fine mese, gli paga il lauto stipendio e che lui dovrebbe rappresentare.
Senti Mario Andrea Benito Adolfo Vattani Katanga... o come cazzo ti piace farti chiamare, io non sono in diplomazia: per me l'unico fascista buono è un fascista morto! (D)
__________________


ALLA FINE DELLA FIERA...


Spread salendo, tasse aumentando, boria ministeriale crescendo...
__________________


IL LADRO


...e il "compagno" del ladro

___________________


FACCIA DI MIUR


Questa faccia da idiota appartiene ad uno che che faceva niente meno che il Direttore Generale del Ministero dell'Istruzione!
Massimo Zennaro, così si chiama, si trovava infatti, per meriti noti solo a lui, a capo della Direzione Generale per lo Studente, l'Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione del Ministero di viale Trastevere. Un ruolo dirigenziale di prima fascia che gli assicurava fino a ieri il modico stipendio di 174 mila euro l'anno (per l'esattezza € 174.591,08!). Come c'era arrivato?
Il dott. Zennaro, classe 1973, ci era arrivato per "chiamata diretta" del ministro, scavalcando tutti gli altri dirigenti di ruolo, senza nessun concorso e senza aver fatto nessuna gavetta (a meno di non considerare gavetta l'esser stato portaborse della Gelmini al comune di Milano). Mai era accaduto che il portavoce di un ministro diventasse anche direttore generale dello stesso dicastero! Ma Zennaro è Zennaro...
Nato a Padova, il 25 Aprile del 1973, si è laureato in Scienze Politiche alla Cattolica di Milano. Con una laurea in Scienze Politiche c'è chi non fa niente e c'è chi fa moltissimo. Il bravo Massimo Zennaro è evidentemente uno di questi, un’esponente d'eccellenza di quell’Italia migliore che prospera a carico della Pubblica Amministrazione e che tanto piace al ministro Renato Brunetta. Uno che fa parte di quell’Italia laboriosa e silente, che lavora e mai si lamenta, trovando ottime e abbondanti le gioie della flessibilità estrema che tanto eccitava i desideri del ministro Maurizio Sacconi prima e Mario Monti ora.
Eppure i meriti straordinari di Massimo Zennaro non erano così evidenti, visto che il 10/12/09 (ad oltre un anno dalla nomina "ad personam") viene presentata perfino un'interrogazione parlamentare alla Gelmini ministro, per ottenere la pubblicazione del curriculum del dott. Zennaro sul sito del MIUR, come impone il cosiddetto decreto Brunetta. Il neo-direttore generale, infatti, è l’unico dirigente del MIUR a non aver fornito i suoi requisiti professionali, a fronte di uno stipendio che sfiora i 175mila euro annuali!
Alla fine il curriculum viene pubblicato (il 24 febbraio 2010). Una paginetta scarna, imbarazzante per fumosità e laconicità dei titoli e requisiti ("conoscenza e utilizzo di Windows e dei principali strumenti applicativi Microsoft Office, Word, Excel, Work") e dove le “esperienze professionali” sono riconducibili unicamente alla collocazione politica di portaborse in carriera. Un curriculum nel quale i riferimenti alle collaborazioni, esperienze ed attività professionali sono vacui e rigorosamente privi di date di riferimento.
In compenso gli effetti di tanto curriculum non si sono fatti attendere. Il Zennaro è diventato famoso, in Italia e nel mondo quando, quando da portavoce del ministro Gelmini fece il famoso comunicato sul "tunnel" fra il Cern di Ginevra e il laboratorio del Gran Sasso per il passaggio veloce dei neutrini.


Da allora, poverino, ha resistito attaccato alla sua scrivania per tre mesi (altro stipendio rubato) come una cozza allo scoglio. Ora ha capitolato, soccombendo al peso del ridicolo e dell'inadeguatezza. Il 10 gennaio ha rassegnate le "proprie dimissioni dall'incarico".
Resterà disoccupato? Andrà a scavare un tunnel (vero) tra Ginevra e il Gran Sasso? Nemmeno per idea! E' già pronto a passare ad un incarico di livello in una società della galassia Fininvest. Del resto, aveva già accettato il ruolo di superconsulente di Barbara Berlusconi. Obiettivo? Aiutare la figlia dell'amato leader a rilanciare sui media la sua immagine nel mondo della cultura.
Insomma Zennaro è uno ambizioso. Non è come quelle centinaia di migliaia di bamboccioni sfigati, laureati col massimo dei voti, costretti ad estenuanti tirocini gratuiti e corsi a pagamento, senza alcuna reale prospettiva occupazionale. Non è come i tanti precari costretti ad elemosinare il rinnovo dei contratti e giustamente umiliati da Brunetta prima e da Monti-Fornero ora. Lui non si consumata nel limbo della precarietà, non si annoia col posto fisso, non si umilia con lavoretti infami e sottopagati...
Lui è un professionista... Una vera faccia di Miur!
_____________________


METAFORE

In Italia non è questa o quell'imposta che è troppo gravosa, è il totale che è troppo grande. In proporzione di ciò che il paese produce, il governo distrugge troppo cumulo di ricchezze. Le imposte non gravano mica soltanto coloro i quali prima feriscono. Se l'imposta diretta rovina i ricchi, i poveri staranno peggio. Se le imposte indirette fanno crescere il costo del vitto e dell'alloggio dei poveri e degli operai, ne soffrono tutte le industrie. In Italia oramai più che badare a chi paga più e a chi meno, c'è da darsi pensiero che tutti pagano troppo. Ben venga, dunque, e sia lodato, chiunque sia da tanto da far scemare quella somma totale che lo Stato malamente all'esausto popolo carpisce e distrugge.

Scritti politici 1896-1923, Vilfredo Pareto


I simbolisti [russi] prestavano orecchio ai sussulti sismici, al rumore del fendersi del vecchio mondo in sfacelo. Chlébnikov, specie nel faraonico poema Ladomir, presagisce il Futuro come un regresso alla ferità primordiale, un rigermogliare di creature silvestri e rusaliche (pur in mezzo a una folla d'ordigni meccanici e treni), un risveglio della slavità precristiana, un riscatto degli animali sinora oppressi dagli uomini. "Io vedo le libertà cavalline — e la parità delle mucche" (I, 193). È forse per questo che Kruënych propose d'erigere un monumento nel quale Velimir apparisse "zooformo". [...] Egli asserisce gli zar finiranno al serraglio dentro una gabbia di ferro (I, 187) e l'ambasciatore dei cavalli verrà ospitato nella palazzina di Volkonskij (1, 194).

Saggi in forma di ballate, Angelo Maria Ripellino


C'è tanta gente malata ed esausta che, generalmente, il paradiso è concepito come un luogo di riposo.

Texts and Pretexts, 1932. Aldous Huxley


Mai la ragione è stata in grado di definire il bene e il male e nemmeno di distinguere il bene dal male, sia pure approssimativamente; al contrario, li ha sempre confusi in modo vergognoso e meschino, e la scienza ha offerto soltanto soluzioni brutali. In questo si è segnalata particolarmente la semiscienza, il più terribile flagello dell'umanità, peggio della peste, della fame e della guerra, ignoto fino al nostro secolo.

I demoni, Fëdor Michailovic Dostoevskij


In tutto il secolo vi sono state intelligenze diplomatiche assai astute, intriganti, con la pretesa della più reale comprensione delle cose e intanto nessuno di essi ha visto mai niente oltre la punta del proprio naso e degli interessi correnti (tra l’altro i più superficiali ed erronei). Riattaccare i fili strappatisi, mettere una toppa ad un buco, "accrescere il prezzo di qualche cosa, indorare la merce per farla sembrare nuova", ecco il nostro compito, ecco il nostro lavoro! Tutto ciò ha una ragione, e secondo me la principale è la separazione dei princìpi, la separazione dal popolo e l’isolamento delle menti diplomatiche in una sfera per così dire troppo mondana e astratta dall’umanità. Prendete, per esempio, il conte di Cavour — non è un’intelligenza, non è un diplomatico? Io prendo lui come esempio perché ne è già riconosciuta la genialità e inoltre perché è già morto. Ma che cosa non ha fatto, guardate un po’; oh sì, ha raggiunto quel che voleva, ha riunito l’Italia e che ne è risultato: per duemila anni l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo: l’idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale. I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di un’idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. La scienza, l’arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale. Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l’Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour? È sorto un piccolo regno unito di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, cedendola al più logoro principio borghese — la trentesima ripetizione di questo principio dal tempo della prima rivoluzione francese — un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine. Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!

Diario di uno scrittore, Fëdor Michailovic Dostoevskij


In Egitto viene ritrovata una mummia. Tutti gli egittologi del mondo si riuniscono ma non riescono a stabilire di che faraone si tratti. Arrivano tre egittologi sovietici in borghese. "Lasciateci soli con lui", dicono. D'accordo. Passa un giorno, due giorni, tre, niente. Al quarto escono: "Ramsete XXV". Restano tutti stupiti: "Come avete fatto?" "Ha confessato da solo, la canaglia"

Il vento va, e poi ritorna, Vladimir Bukovskij


I buoni cittadini della Grecia classica trassero forza dalla determinazione di due dei loro concittadini, Spertia e Buli, a resistere alle lusinghe del potere. Mentre si recavano a Susa, andò incontro agl'inviati spartani Idarne, un alto funzionario persiano, il quale promise loro solo che si fossero schierati dalla parte del Gran Re, suo dispotico padrone. A profitto della Grecia — e a profitto di tutti gli uomini liberi — Erodoto ci ha tramandato la loro risposta. “Idarne”, dissero, "tu sei un consigliere unilaterale. Tu hai esperienza di mezza realtà soltanto e ignori l'altra metà. Tu conosci la vita dello schiavo, ma non conosci la libertà e non puoi dire se essa sia dolce o no. Ah, se tu sapessi cos'è la libertà, ci avresti invitato a batterci per essa non solo con la lancia ama anche con le mazze"

Il dispotismo orientale, Karl A. Wittfogel


C'è una frase di G.K. Chesterton che fin dall'infanzia mi accompagna e mi scalda il cuore: "Gli angeli riescono a volare perché si prendono alla leggera". Chi si prende alla leggera non costringerà mai il proprio vicino ebreo a lustrare il marciapiede con uno spazzolino da denti.

Sulle mie tracce, Gregor von Rezzori


I vecchi partiti parlamentari che avevano ricevuto il monopolio del governo esistono ormai solo solo sotto forma di cricche, ma gli stessi motivi che hanno privato queste cricche della forza necessaria per formare partiti tra loro differenziati, le privano anche della forza necessaria per unirsi. Nessuna epoca della storia parlamentare inglese è mai stata contrassegnata da un simile frazionamento in una massa di combriccole insignificanti e fortuite come l'epoca del governo di coalizione. [...] Troppo piccoli per formare una maggioranza parlamentare autonoma, sono troppo ampi e hanno al loro interno troppi cacciatori di cariche da accontentare per poter comprare all'esterno appoggi sufficienti.

I partiti e le cricche, Scritti 1854-1855, Karl Marx


Se un cannibale quando mangia si serve del coltello e della forchetta, si tratta d'un progresso?

Unkempt Thoughts, Stanislaw Jerzy Lec


A metà degli anni cinquanta [Kurt Vonnegut] fu assunto per breve tempo da Sport Illustrated. Si presentò, e gli chiesero di scrivere un breve articolo su un cavallo da corsa che aveva saltato la barriera e cercato di scappare. Kurt fissò il foglio bianco per tutta la mattina, poi scrisse: "Il cavallo ha saltato quella barriera del cazzo" e se ne andò, ridiventando un lavoratore autonomo.

Introduzione a "K. Vonnegut, Ricordando l'apocalisse", Mark Vonnegut


L'universo è un posto semplice. È vero, contiene cose complicate come le galassie, le otarie e le commissioni parlamentari, ma se lo guardiamo in media, ignorando le idiosincrasie locali, su scale molto grandi l'universo ha praticamente lo stesso aspetto ovunque.

Dall'eternità a qui, Sean Carroll


Come rendermi superiore alla forza del denaro? Il modo più semplice era allontanarmi dalla sfera della sua influenza, cioè dalla civiltà (...) Ma questo non era combattere una finzione sociale: era fuggire. Il metodo doveva essere un altro: (...) guadagnarlo (...) in modo da essere libero da tale bisogno. È stato quando ho visto questo con tutta la forza della mia convinzione d'anarchico che sono entrato nella fase attuale (quella commerciale e bancaria, amico mio) della mia anarchia.

Il banchiere anarchico, Fernando Pessoa


L'idea di trattativa da parte di Franco Lucentini è: dare un calcio alla porta, mitragliare i convenuti, cominciare a discutere quando arrivano i necrofori.

Carlo Fruttero


Come ha scritto Wendell Berry, viviamo in un'epoca di "sentimentalismo economico", perché credere nelle promesse del capitalismo globale, in modo molto simile a quanto accadeva col comunismo, richiede in realtà un atto di fede: la certezza che, permettendo la distruzione di certe cose che ci piacciono qui e ora, raggiungeremo una ben più grande felicità in un non meglio precisato futuro. Per citare Lenin, bisogna rompere qualche uovo per fare una frittata: una massima che l'Organizzazione mondiale per il commercio fa sua ogni giorno.

Il dilemma dell'onnivoro, Michael Pollan

Nessun commento:

Posta un commento