Aurelijus Rutenis Antanas Mockus Sivickas è l'uomo nuovo della politica colombiana. Origini lituane, già sindaco per due volte di Bogotà, ex rettore della Universidad Nacional de Colombia, ha sfidato nell'elezione presidenziale Juan Manuel Santos, il potente ex ministro della difesa di Alvaro Uribe.
Matematico e filosofo, eccentrico e visionario (un po' come avere Beppe Grillo e Massimo Cacciari nella stessa persona), è stato soprannominato “el loco” per le sue eccentricità. Allievo di Jürgen Habermas e del teorico della post-modernità Jean Francoise Lyotard, è diventato famoso per alcune bizzarrie, come quando ha mostrato il sedere agli studenti che lo contestavano, si è vestito da Superman e si è sposato in un circo in groppa a un elefante.
Come sindaco di Bogotà, una delle più violente metropoli sudamericane, dichiarò che “la gente per accogliere i cambiamenti dev'essere sensibilizzata attraverso l'ironia, l'arte e la creatività”. Ha per questo introdotto ed avviato un programma di educazione civica, sociale e di legalità decisamente anticonvenzionale, con un metodo innovativo che si potrebbe definire ludico-pedagogico. Ha sparso migliaia di mimi e clown per la città a regolare il traffico, offrendo così uno spettacolo inatteso e surreale nelle zone più congestionate e caotiche, con il compito di esprimere entusiasmo o riprovazione a seconda del comportamento degli automobilisti, in modo da incentivare il rispetto del codice stradale.
Poi è stata la volta dei cartellini rossi e bianchi distribuiti a tutti i cittadini, con l'invito ad esibirli per segnalare alla generale riprovazione le infrazioni e i comportamenti indisciplinati (cartellini rossi, police verso), oppure per plaudire ed elogiare i comportamenti positivi (cartellini bianchi, pollice recto). I risultati, inaspettatamente, sono stati straordinari. In tre mesi il numero degli incidenti si è dimezzato (meno 47%) e oltre il 90% degli automobilisti ha preso l'abitudine di allacciarsi le cinture di sicurezza.
Applicando le idee del Partito Visionario, da lui fondato anni prima, ha poi cambiato anche il volto urbanistico alla città, con più giardini e più piste ciclabili.
Ha quindi intrapreso una campagna per l'eliminazione pacifica della violenza e di lotta contro la casta politica e la corruzione (mezzo parlamento inquisito per corruzione endemica e con paramilitari e narcos colpevoli di decine di migliaia di omicidi).
Per scuotere l’apatia e la rassegnazione di milioni di bogotani, ha organizzato campagne originali e simboliche, come la "vaccinazione contro la violenza", promuovendo l’educazione, la partecipazione popolare e il dialogo come strumento di soluzione dei conflitti.
Ha promosso le "notti delle donne" per spingerle a scendere nelle strade e a vincere la paura. Ha poi avviato una campagna di educazione per abolire la cerimonia di scambio di armi e coltelli come regali natalizi. E' stato per questo più volte minacciato di morte e lui come tutta risposta, dopo aver rifiutato la scorta, si è messo ad andare in giro con addosso un giubbotto antiproiettile bianco e un foro all'altezza del cuore.
"Legge, Morale e Cultura", è questo in tre parole il suo programma. Quando ha attaccato Álvaro Uribe, costringendolo a violare ripetutamente la Costituzione, non superava nemmeno il 5% nei sondaggi. Da sinistra lo criticano, ma intanto il loro candidato (candidato del Polo Democratico Alternativo, il partito della sinistra tradizionale) Gustavo Petro non supera il 4% nei sondaggi!
Si sa già che difficilmente potrà vincere contro il candidato uribista Juan Manuel Santos, che rappresenta l’élite che ha governato ininterrottamente la Colombia per 200 anni, padrona dei media e in grado di decidere della vita e della morte di molti colombiani.
Ma vincere non è tutto, perché resta l'esempio, la fascinazione, la speranza e il sogno di un candidato che viene dal nulla, dall’aspetto e i modi folli e visionari, un filosofo bizzarro, un cappellaio matto, che punta tutto sull’onestà e sulla legalità.
E’ molto probabile che la Colombia (come del resto l'Italia) non possa permettersi oggi un Mockus, ma è lecito sperare, desiderare, sognare...
E chissà che i sogni non diventino realtà. L'immaginazione al potere! (D*)
Per le fonti: Gennaro Carotenuto e Roberto Da Rin
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Bogotà Change
Film by Andreas M. Dalsgaard, co-production The Danish Film Institute and Sundanche Channel.
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