Se si vuole capire realmente come funziona l'attuale economia neoliberale globale e da cosa sia originata la sua crisi, occorre partire dalle sue fondamenta, la speculazione finanziaria, per arrivare alla sua massima espressione, la cosiddetta finanza creativa.
Adesso tutti fingono di sorprendersi per quanto accaduto. Commentatori, economisti, giornalisti e analisti, svegliatisi improvvisamente da un sogno in cui la liquidità a fiumi faceva perdere il senso del limite e della misura, si danno a dotte analisi e si affannano, contro ogni evidenza, a cercare di tessere le lodi di meccanismi e strategie figlie di una tracotanza globale, se non vogliamo addirittura chiamarla con il suo nome vero: criminalità dei colletti bianchi!
Molte persone del mondo ricco s'erano ormai convinte di aver finalmente escogitato una serie di strumenti finanziari capaci di moltiplicare il pane e i pesci. Il guaio è che pretendevano anche di dare criteri di scientificità all'idiozia, dimenticando che il sistema migliore per mandare tutto a puttane è affidare dei soldi veri a degli esperti di finanza.
E' successo col premio nobel Myron Scholes, un guru dell'accademia finanziaria, quando fu messo alla guida della Ltcm (Long Term Capital Management, una finanziaria del Connecticut). I rischi superarono ben presto i benefici e dopo soli quattro anni la Ltcm alla guida del genio(!) finì in bancarotta per eccesso di speculazioni e debiti.
Ma il Sistema economico-finanziario, grazie alla complicità delle banche, ha proseguito imperterrito la sua strada. Quell'invenzione micidiale che sono i derivati, vere e proprie armi finanziarie di distruzione di massa (titoli il cui valore è cioè legato al valore di un altro e così via), hanno continuato a crescere. Nel 2002 si calcolava fossero pari a 100mila miliardi di dollari, a fine 2007 si riteneva fossero saliti a 516mila miliardi di dollari (35 volte il Pil USA!), adesso sembra abbiano sfondato il tetto dei 700mila miliardi di dollari!! In questa situazione ho i miei dubbi che si potrà ancora parlare per molto di capitalismo, per la semplice ragione che presto non ci sarà più nemmeno il capitale!
Il capitalismo, a prescindere dalle elucubrazioni mentali di economisti pazzi e philosophes del progresso luminoso, detto in due parole è una contesa individuale per il controllo e l'appropriazione di risorse limitate in un sistema chiuso (il pianeta). Messa così la cosa, risulta evidente che non potrà mai arrivarsi alla moltiplicazione illimitata della ricchezza. Qualsiasi strumento finanziario moltiplicatore funziona infatti solo se resta circoscritto al solo beneficio di chi l'ha escogitato. Ma il presupposto globale del neoliberismo e perfino la stessa avidità e tracotanza individuale non trovano limite e fanno sì che ogni speculazione converga in massa alla ricerca del profitto, prendendo il sopravvento su scala planetaria. Il risultato è quello che possiamo vedere.
Oggi investire non significa più progettare, costruire, produrre, ma speculare, trafficare, assegnare valore di soldi (che si pretende veri!) a un indice di borsa e spostare i titoli vorticosamente (come nel gioco dei bussolotti). L'effetto logico e conseguente è quello di cercare la liquidità come determinante dei prezzi, ma questo fa matematicamente finire prima o poi le valutazioni nel pallone. Alla fine ci si limita a mercanteggiare degli indici, mentre dietro ci sono aziende in crisi, mercato senza governance, crisi economica e bolle speculative. Infine tutto questo determina anche un errore prospettico nella lettura dei fenomeni economici. Quando i mercati crollano si parla di crisi e fallimento del mercato, mentre quando salgono i mercati vanno bene e sono in salute... E' tutto il contrario, invece. E' quando c'è isteria da ottimismo che bisognerebbe chiedersi cosa c'è dietro, da dove esce tanta improvvisa ricchezza.
Ma la verità è che l'obbiettivo della scienza economica ormai da tempo non è più quello di gestire e amministrare risorse per migliorare le condizioni di vita dell'uomo, ma solo quello di “creare” ricchezza, non importa come. Il risultato è che i nostri mercati finanziari si sono strutturati secondo uno schema piramidale dominato dall'azzardo morale. I derivati, i futures, le cartolarizzazioni dei mutui sono tutti espedienti finanziari che cercano di creare ricchezza ipotecando il futuro, garantendo adesso quello che ancora non c'è. Ma promettere una cosa che non c'è, e che è impossibile assicurare, al mio paese ha un nome preciso: truffare! Questo Sistema non è più quello di Adam Smith, ma quello di Wanna Marchi!
Primi responsabili dello stato di cose sono le Banche Centrali, perché restano inattive e lasciano volare indisturbate le Borse quando ci sono eccessi di rialzo e poi, dopo aver contribuito a creare la bolla, fanno i pompieri e intervengono a “pulire tutto”. Governi e Banche giustificano adesso le iniezioni di liquidità parlando di risk managment! Ma cos'è, una presa per il culo? Una sorta di assicurazione contro il rischio? Ma non è proprio il rischio, l'essenza del capitalismo? Non ci si può lamentare del moral hazard, della speculazione e dell'opportunismo finanziario che questo crea, se poi gli speculatori vengono soccorsi dalla mano salvifica dei Governi e delle Banche Centrali che inondano il mercato di liquidità, cioè stampano carta che poi noi tutti dovremo pagare. Questa è la consacrazione definitiva del principio per cui si socializzano le perdite e si privatizzano gli utili!
Il presidente della Fed, Ben Shalom Bernanke, ha detto a proposito della banca Bear Stearns che andava salvata non perché non potesse fallire, ma perché il sistema finanziario è troppo interconnesso per poterselo permettere. Ebbene, io dico: echisenefotte!! Voglio il regolamento dei conti! Rispettiamo il capitalismo e portiamo una buona volta i libri in tribunale, voglio sapere come stanno realmente le cose. Mi piacerebbe tanto vedere dove questa finanza esoterica aveva trovato la pietra filosofale della ricchezza.
Ora i Governi corrono ai ripari e pensano di arrestare il processo attraverso la liquidità, cioè ricorrendo a tutta una serie di strumenti di anticipazione finanziaria che di fatto si riducono a uno solo: stampare carta cercando poi di governare l'inflazione con la politica dei tassi. Ovviamente si conta sulla “ripresa” per garantire il tutto. Insomma, si è solo spostato il problema più in là e nel frattempo, come la domestica che ha rotto il vaso, si nascondono i cocci sotto il tappeto.
Non credo funzionerà, e per un solo motivo: il sistema bancario. Molti istituti di credito semplicemente non sono più banche, ma degli Ogm, delle strane creature frutto degli esperimenti genetici di ingegneria finanziaria, un misto tra società finanziarie e di investimento, imprese di servizi e assicurazione, operatori finanziari e infine istituzioni del credito. Ma i frutti delle ibridazioni, come tutti sanno, sono sterili e non hanno vita lunga. (D*)
Adesso tutti fingono di sorprendersi per quanto accaduto. Commentatori, economisti, giornalisti e analisti, svegliatisi improvvisamente da un sogno in cui la liquidità a fiumi faceva perdere il senso del limite e della misura, si danno a dotte analisi e si affannano, contro ogni evidenza, a cercare di tessere le lodi di meccanismi e strategie figlie di una tracotanza globale, se non vogliamo addirittura chiamarla con il suo nome vero: criminalità dei colletti bianchi!
Molte persone del mondo ricco s'erano ormai convinte di aver finalmente escogitato una serie di strumenti finanziari capaci di moltiplicare il pane e i pesci. Il guaio è che pretendevano anche di dare criteri di scientificità all'idiozia, dimenticando che il sistema migliore per mandare tutto a puttane è affidare dei soldi veri a degli esperti di finanza.
E' successo col premio nobel Myron Scholes, un guru dell'accademia finanziaria, quando fu messo alla guida della Ltcm (Long Term Capital Management, una finanziaria del Connecticut). I rischi superarono ben presto i benefici e dopo soli quattro anni la Ltcm alla guida del genio(!) finì in bancarotta per eccesso di speculazioni e debiti.
Ma il Sistema economico-finanziario, grazie alla complicità delle banche, ha proseguito imperterrito la sua strada. Quell'invenzione micidiale che sono i derivati, vere e proprie armi finanziarie di distruzione di massa (titoli il cui valore è cioè legato al valore di un altro e così via), hanno continuato a crescere. Nel 2002 si calcolava fossero pari a 100mila miliardi di dollari, a fine 2007 si riteneva fossero saliti a 516mila miliardi di dollari (35 volte il Pil USA!), adesso sembra abbiano sfondato il tetto dei 700mila miliardi di dollari!! In questa situazione ho i miei dubbi che si potrà ancora parlare per molto di capitalismo, per la semplice ragione che presto non ci sarà più nemmeno il capitale!
Il capitalismo, a prescindere dalle elucubrazioni mentali di economisti pazzi e philosophes del progresso luminoso, detto in due parole è una contesa individuale per il controllo e l'appropriazione di risorse limitate in un sistema chiuso (il pianeta). Messa così la cosa, risulta evidente che non potrà mai arrivarsi alla moltiplicazione illimitata della ricchezza. Qualsiasi strumento finanziario moltiplicatore funziona infatti solo se resta circoscritto al solo beneficio di chi l'ha escogitato. Ma il presupposto globale del neoliberismo e perfino la stessa avidità e tracotanza individuale non trovano limite e fanno sì che ogni speculazione converga in massa alla ricerca del profitto, prendendo il sopravvento su scala planetaria. Il risultato è quello che possiamo vedere.
Oggi investire non significa più progettare, costruire, produrre, ma speculare, trafficare, assegnare valore di soldi (che si pretende veri!) a un indice di borsa e spostare i titoli vorticosamente (come nel gioco dei bussolotti). L'effetto logico e conseguente è quello di cercare la liquidità come determinante dei prezzi, ma questo fa matematicamente finire prima o poi le valutazioni nel pallone. Alla fine ci si limita a mercanteggiare degli indici, mentre dietro ci sono aziende in crisi, mercato senza governance, crisi economica e bolle speculative. Infine tutto questo determina anche un errore prospettico nella lettura dei fenomeni economici. Quando i mercati crollano si parla di crisi e fallimento del mercato, mentre quando salgono i mercati vanno bene e sono in salute... E' tutto il contrario, invece. E' quando c'è isteria da ottimismo che bisognerebbe chiedersi cosa c'è dietro, da dove esce tanta improvvisa ricchezza.
Ma la verità è che l'obbiettivo della scienza economica ormai da tempo non è più quello di gestire e amministrare risorse per migliorare le condizioni di vita dell'uomo, ma solo quello di “creare” ricchezza, non importa come. Il risultato è che i nostri mercati finanziari si sono strutturati secondo uno schema piramidale dominato dall'azzardo morale. I derivati, i futures, le cartolarizzazioni dei mutui sono tutti espedienti finanziari che cercano di creare ricchezza ipotecando il futuro, garantendo adesso quello che ancora non c'è. Ma promettere una cosa che non c'è, e che è impossibile assicurare, al mio paese ha un nome preciso: truffare! Questo Sistema non è più quello di Adam Smith, ma quello di Wanna Marchi!
Primi responsabili dello stato di cose sono le Banche Centrali, perché restano inattive e lasciano volare indisturbate le Borse quando ci sono eccessi di rialzo e poi, dopo aver contribuito a creare la bolla, fanno i pompieri e intervengono a “pulire tutto”. Governi e Banche giustificano adesso le iniezioni di liquidità parlando di risk managment! Ma cos'è, una presa per il culo? Una sorta di assicurazione contro il rischio? Ma non è proprio il rischio, l'essenza del capitalismo? Non ci si può lamentare del moral hazard, della speculazione e dell'opportunismo finanziario che questo crea, se poi gli speculatori vengono soccorsi dalla mano salvifica dei Governi e delle Banche Centrali che inondano il mercato di liquidità, cioè stampano carta che poi noi tutti dovremo pagare. Questa è la consacrazione definitiva del principio per cui si socializzano le perdite e si privatizzano gli utili!
Il presidente della Fed, Ben Shalom Bernanke, ha detto a proposito della banca Bear Stearns che andava salvata non perché non potesse fallire, ma perché il sistema finanziario è troppo interconnesso per poterselo permettere. Ebbene, io dico: echisenefotte!! Voglio il regolamento dei conti! Rispettiamo il capitalismo e portiamo una buona volta i libri in tribunale, voglio sapere come stanno realmente le cose. Mi piacerebbe tanto vedere dove questa finanza esoterica aveva trovato la pietra filosofale della ricchezza.
Ora i Governi corrono ai ripari e pensano di arrestare il processo attraverso la liquidità, cioè ricorrendo a tutta una serie di strumenti di anticipazione finanziaria che di fatto si riducono a uno solo: stampare carta cercando poi di governare l'inflazione con la politica dei tassi. Ovviamente si conta sulla “ripresa” per garantire il tutto. Insomma, si è solo spostato il problema più in là e nel frattempo, come la domestica che ha rotto il vaso, si nascondono i cocci sotto il tappeto.
Non credo funzionerà, e per un solo motivo: il sistema bancario. Molti istituti di credito semplicemente non sono più banche, ma degli Ogm, delle strane creature frutto degli esperimenti genetici di ingegneria finanziaria, un misto tra società finanziarie e di investimento, imprese di servizi e assicurazione, operatori finanziari e infine istituzioni del credito. Ma i frutti delle ibridazioni, come tutti sanno, sono sterili e non hanno vita lunga. (D*)
non fa una piega. ciao R. e non scherzo.
RispondiEliminaciao D. ti ritrovo molto grintoso e combattivo, Bene, mi fa piacere.
RispondiEliminagrazie per gli auguri. A presto
@Toctoc,
RispondiEliminaguarda che così solleciti il mio narcisismo... (cosa di cui sono già stato accusato)
@Signora in Rosso,
te l'avevo detto che il rosso mi piace...