La società liberale toglie con una mano ciò che ti dà con l’altra: l’obbligo della libertà, senza le risorse necessarie per compiere scelte realmente libere, è una ricetta di vita priva di dignità e ricca invece di umiliazioni e autocondanne.
Zygmunt Baumann
In quanto essere sociale, l’uomo si sviluppa principalmente nella società, e con ciò è chiaro anche che la libertà è sempre una questione di giustizia e di ripartizione di potere.
Werner Vontobel
La democrazia finisce subito se cade sotto la tirannia della maggioranza.
Alexander Hamilton
Pensate di vivere in Libertà e in Democrazia. Ne siete proprio sicuri? Il filosofo e politologo americano Daniel Cloud spiega che alla base della crisi economica odierna c'è una ''ideologia “pseudoscientifica", che ha permesso di promettere e far credere qualcosa d'impossibile, ovvero ha mentito creando una “falsa certezza”.
Questo perché oggi è possibile trasmettere al pubblico qualsiasi menzogna senza conseguenze, tramite tecniche di persuasione di massa e la creazione di un'opinione pubblica diffusa. Daniel Cloud invita per questo a tenere il cervello ben acceso e l'intelligenza critica ben viva. Insomma, esorta a riscoprire il valore (reale!) delle idee.
Spesso le idee, i valori, gli ideali sono considerati astratte utopie, fantasticherie irreali, e per questo da accantonare se non disprezzare. Sono visti come elementi superflui se non addirittura pericolosi, e chi se ne fa portatore un ingenuo, per questo osservato con sospetto e diffidenza. Ma le gambe degli uomini sono gli ideali, i sogni, le utopie. Senza di essi le società restano immobili. John Stuart Mill diceva che "una persona con un ideale ha la stessa forza di novantanove che hanno solo interessi".
Oggi invece, come scrive il filosofo Sheldon Wolin, “siamo stati ipnotizzati così a lungo dall’ideologia del progresso economico e tecnologico che non abbiamo notato che politicamente siamo diventati una società regredita, passando da un ordinamento politico più o meno democratico a una più che meno società autoritaria”. Se una volta l'habeas corpus andava rivendicato davanti alle prepotenze e violenze esplicite del Potere, oggi il “corpus” è stato assimilato e annichilito dalla violenza subdola della società dei consumi.
La tracciabilità e l'orientamento dei consumi, il condizionamento sociale indiretto e il controllo della personalità individuale, la protesta e la ribellione che vengono definite terrorismo, estremismo o eversione, la progressiva erosione dei diritti civili, la perdita delle libertà effettive in cambio di quelle apparenti, la graduale riduzione degli strumenti di partecipazione e degli spazi di democrazia reale. Tutto questo, secondo Sheldon Wolin ha un nome ben preciso: Totalitarismo Inverso. Wolin ha insegnato filosofia della Democrazia e dottrina dello Stato, dapprima in quel covo di sediziosi comunisti che è la Berkeley University e poi a Princeton. Ha analizzato a fondo i meccanismi basilari e gli strumenti essenziali del potere politico e alla fine, in un recente saggio dall'efficace ed eloquente titolo di Democracy Inc. Managed Democracy and the Spectre of Inverted Totalitarianism (edito dalla Princeton University Press), ha concluso che oggi il Potere opera attraverso una forma di egemonia endemica e pervasiva che lui definisce, appunto, di Inverted Totalitarianism.
In verità l'idea che la democrazia in una sua deriva fisiologica possa portare a forme di dispotismo mite e di totalitarismo occulto non è nuova. L'aveva già intuito, nella prima metà dell'Ottocento, Alexis de Tocqueville (vedi citazione in A World-Wide Style Culture) nel suo La Démocratie en Amérique, solo che ora la diagnosi di Wolin si fa più circostanziata e precisa.
Il “Totalitarismo Inverso,” come dice Wolin “consiste nel mantenere il potere totale senza darlo a vedere, senza istituire campi di concentramento o obbligare ad un’omogeneità di pensiero, senza sopprimere con la forza elementi di dissidenza fino a che questi rimangono inefficaci.” In questo modo, aggiunge Wolin, “la democrazia può essere gestita senza apparire soppressa.”
Ed è appunto quello che ci stanno facendo proprio in questo momento. Stanno cambiando profondamente la società in modo da trasformare la popolazione in una massa servile, amebica e idiota, dominata dalla prevalenza numerica del prototipo di soggetto cretino che è l'individuo idiota. Questa trasformazione fa in modo che la società finisca per essere solo una moltitudine di persone in perenne stato di minorità, soggezione e dipendenza, cui sarà sufficiente assicurare paternalisticamente un'adeguata misura di benessere e divertimento, affinché si lascino vivere e decidere.
Scopo del benessere diffuso è infatti quello di rendere la vita personale di ognuno più facile o più sexy, il che poi serve a creare le condizioni del disimpegno politico e del disinteresse culturale. Quello che si mira ad ottenere è non più un un uomo, ma l'annichilimento dell'individuo, non più identificato e qualificato dalla sua Umanità, ma unicamente dal suo essere parte del Sistema. Non più tu, ma tu e il tuo televisore al plasma, tu e il tuo Blackberry, tu e il tuo Suv, come tante appendici necessarie e indispensabili.
Non solo, ma spersonalizzando l'individuo questi non si opporrà, non si ribellerà più, sarà addirittura ben felice di essere parte integrante del Sistema e di non pensare a nulla, perché qualcuno si interesserà di farlo al posto suo, sollevandolo così dalla fatica di decidere, scegliere, risolvere... In una parola, vivere.
L'esempio più avanzato di Totalitarismo Inverso sono gli Stati Uniti. Oggi gli USA si propongono come prototipo assoluto e modello avanzato di Democrazia, ma non è affatto così, tutt'altro. Wolin fa correttamente notare che il governo degli Stati Uniti “ha fin nelle sue origini un'inclinazione contro la democrazia”. Gli Stati Uniti nascono fin dal principio come modello politico elitario e wasp (White Anglo-Saxon Protestant), schiavista, latifondista, genocida e antilibertario. Un sistema che ha poi velocemente riciclato e riadattato le sue meno che democratiche radici agrarie per diventare una società urbana di massa che, con un caratteristico aroma orwelliano alla 1984, potrebbe oggi essere definita di “tecno-fascismo”.
Il ruolo della tecnologia è infatti il pezzo mancante nel puzzle del rompicapo politico che porta alla forma totalitaria inversa. La Democrazia viene progressivamente e gradualmente svuotata dall'interno attraverso la disuguaglianza crescente delle fasce sociali attuata non mediante meccanismi sociali o di censo, ma per mezzo dei processi automatici di partecipazione-esclusione dei consumi di massa. A ciò va ad aggiungersi poi la riduzione degli strumenti di partecipazione diretta dei cittadini ai processi decisionali, per effetto del passaggio dall'idea di gestione del Potere mediante modelli di rappresentanza a quelli di rappresentazione (il G20, G8, etc.. Decidono come? In nome di chi? Con quali regole? Attraverso quali procedure?).
Il tutto viene infine garantito attraverso forme di dissuasione sociale dal pensiero, di modo che invece della mobilitazione operi la smobilitazione, invece dell'impegno il menefreghismo, invece della serietà l'idiozia di massa.
Ai livelli superiori, invece, la nuova creatura si consolida attraverso la saldatura di Potere pubblico e privato, politico e finanziario. Una fusione che vede riuniti in una complessa rete globale (altro che Al Qaeda!) grandi corporations, banche, tecnocrati, finanzieri, affaristi e, indispensabili ma ormai ultimi nella scala di potere, i politici.
Quali sono i meccanismi di direzione, vigilanza e controllo del Totalitarismo Inverso? Semplice: l’uso delle tecnologie. Tutte! Mezzi di comunicazione di massa, telecomunicazioni, strumenti informatici vengono utilizzati per reportage condizionanti, pubblicità suggestionanti, manipolazioni mediatiche e propaganda orientata e prevalente. Tutto al fine di plasmare e orientare l’opinione pubblica verso un pensiero unico.
A queste si aggiunge poi una forma di influenza e condizionamento ancor più sottile. E' quella che potremmo definire la “manipolazione inversa”. In essa i cittadini non solo accettano ciecamente e di buon grado quanto gli viene propinato, ma sono addirittura grati a chi gli fornisca bell'e pronti un'opinione, una convinzione, un pensiero, un'idea, un giudizio, un concetto qualsiasi.
Uno dei meccanismi fondamentali di diffusione di tale cecità sta nel ruolo che oggi hanno la scuola e il sistema dell'istruzione in generale. La funzione della scuola è ormai limitata solo a istruire e non più a formare un'intelligenza consapevole e critica. Da qui uno degli aspetti più caratteristici del mondo globalizzato, che è il sapere staccato dalla cultura.
La Thailandia è uno dei massimi produttori di apparecchi ad alta tecnologia (Epson, Canon, Samsung, IBM vi costruiscono ed assemblano computer, apparecchi digitali, etc..), se però si chiede ad un operaio thailandese se sa usare un computer questi risponderà di no. Sa solo che quel circuito integrato o quella scheda devono essere montati o assemblati in un certo modo. Sono delle scimmie intelligenti, nulla di più.
Lo stesso accade da noi, cambia solo il livello di istruzione. Un ingegnere elettronico deve saper fare, si spera passabilmente, il suo lavoro e per il resto può essere (deve essere!) un cretino, un bonobo con la laurea. Finita la sua specifica mansione, quello che cioè è “addestrato” a fare, torna un cretino e un idiota esattamente come l'operaio thailandese.
Il risultato, perfettamente voluto(!), è che le società "progredite" non hanno più una classe guida intellettuale, ma tutti vivono completamente immersi nella stessa stupidità di massa come pesci in un acquario: ci sguazzano, la bevono, la respirano, senza più riuscire a distinguerla, né ammettere che esista.
Il sociologo Lewis Mumford fu tra i primi a capire la natura metodica del Totalitarismo Inverso, quando identificò la metafora implicita nelle culture di massa come una “megamacchina”. La vita degli individui come una catena di montaggio: casa, istruzione, lavoro, riproduzione, consumo, divertimento. La frammentazione di ogni aspetto dell'individuo e della sua vita fino a decontestualizzarlo dal suo insieme, insistendo nel prestabilire il ruolo di ogni momento o fase, il tutto finalizzato all’accentramento decisionale e al controllo individuale.
Alla fine l'individuo, nella sua essenza unica scompare e finisce per essere dissociato e non avere più di se stesso un quadro umano d'insieme. Risultato: si è cattolici devoti e persone immorali, padri di famiglia e puttanieri, professionisti al mattino e cretini la sera, laureati e stupidi. E non si avverte in tutto questo nessuno iato, perché si dice che sono momenti diversi, contesti diversi, situazioni diverse... e che tutto, si sa, è relativo. E invece no, perché l'individuo, per essere forte, dev'essere unico e congruente.
Il Totalitarismo Inverso conta invece su individui deboli e incoerenti perché solo in questo modo è sia inverso che totalitario, riesce cioè a disegnare e controllare le realtà sociali e al tempo stesso plasmare e controllare la percezione che di tali realtà hanno gli individui che ne sono parte. Questo tipo particolare di tirannide o dispotismo si esprime in una omogeneità morale: tutti pensano allo stesso modo, tutti hanno le medesime convinzioni, aspirazioni, speranze. Nonostante regni la massima libertà di discussione, non esiste indipendenza di spirito né intelligenza critica.
Con il risultato inquietante che, le verità impopolari o sconvenienti, semplicemente non vengono dette o, anche se dette, non trovano seguito, mentre le falsità popolari, soprattutto quelle che blandiscono la maggioranza idiota, sono reiterate all'infinito e trovano un seguito plebiscitario.
Alla fine il Totalitarismo Inverso si attua, paradossalmente, proprio attraverso l'esaltazione dell'uguaglianza. Prima si regredisce il livello sociale in termini di Umanità e poi si propaganda l'idea che tutti sono ugualmente liberi e capaci di governare se stessi e la società. Il Totalitarismo Inverso è la quadratura del cerchio, perchè come spiega Wolin ha realizzato il collettivismo comunista partendo dall'individualismo capitalistico. Riconosce all'individuo piena libertà e al tempo stesso sa attuare, nei costumi e nel modo di pensare, una uniformità pressoché totale.
Ed è un'uniformità verso il basso, un appiattimento che non premia i migliori, non esalta le qualità, ma invita al disinteresse e al disimpegno. Basta guardarsi intorno per accorgersi di un Sistema basato sulla prevalenza del cretino. Io conosco una percentuale di cretini che sfiora il 99%!
Cretini volontari, beninteso. Semplicemente perché questo sistema non incoraggia la serietà e l'intelligenza loro preferiscono essere cretini, ma integrati. Ecco allora che la protesta New Global non deve certo avere come scopo quello di far rinascere la lotta di classe, bensì quello di condannare questa visione trasversale della società, della politica e dell'economia. Il vero itinerario di Rivoluzione Humanista, nelle società progredite in cui opera il Totalitarismo inverso, sarà quello appunto delle idee, come elemento imprescindibile di confronto e principio fondamentale di Democrazia.
E sarà quello della Verità come unico rimedio possibile, perché chi comincia a dirla già compie metà del cammino. La Verità come etica e al tempo stesso farmaco kantiano contro il non-pensiero, fino a quando l'idea del mercato dovrà cedere il passo al mercato delle idee, l'egemonia di un solo modello sociale dovrà arrendersi alla partecipazione di molti e diversi modelli, così che non chi non potrà essere parte integrante del sistema economico-finanziario o chi non sarà socialmente conforme al modello unico, ma solo chi non accetterà questo mercato delle idee e dell'intelligenza, resterà tagliato fuori dalla Società e dalla Democrazia.
Perché il male maggiore del Totalitarismo Inverso è proprio l'omogeneità e la mediocrità sociale. Per questo oggi il vero gesto rivoluzionario e l'unico rimedio alla degenerazione della società, della democrazia e dell'Umanità è irrobustirla e nobilitarla con l'infusione di massicce dosi di spirito critico.
Dare dell'idiota a chi lo è, fare in modo di fargli capire che non è lui il modello che vogliamo, significa migliorare ecologicamente l'ambiente sociale, far capire che non è importante l'aristocrazia del denaro o di griffe, ma un'aristocrazia morale e intellettuale, un'aristocrazia della virtù composta di uomini e donne che hanno la forza dell'indipendenza di spirito e dell'intelligenza, che sanno per questo essere diversi dalla massa. Mostrare, infine, che non si è servi dell'opinione dominante, quando questa va contro principi di intelligenza e buon senso. (D*)
La storia della persona viva e della persona morta
C'erano una volta una persona viva e una persona morta.
La persona morta disse un giorno alla persona viva: "Ah, che invidia mi fai, sei sempre così indaffarata!".
Allora la persona viva disse alla persona morta: "Ah, che invidia mi fai, sei sempre così tranquilla!".
Erano intenti ad invidiarsi a vicenda, quando passò al galoppo sfrenato un baio cavallo baio.
Fine del racconto e morale: ripeto che tutte le opzioni finali sono un tranello. Bisogna trovare il baio cavallo baio.
Subcomandante Insurgente Marcos
non saranno tutti cretini quelli che si sentono integrati.... ci sono pure quelli furbi e non necessariamente idioti... non sarà facile no... ma non ci sono solo cretini in giro... ciao R.
RispondiEliminaAnche chi "agarra la onda", come diciamo io e Marcos, è un cretino. Solo lo lusinga il fatto di credersi furbo e in fondo diverso.
RispondiEliminaOgni giorno magari si vede allo specchio e ripete a se stesso il mantra: "io non sono idiota, anche se lo faccio".
E a furia di dirselo, magari ci crede!
Ciao, D.