L'arte di sottrarsi



Oggi voglio parlarvi di una parola che amo, una parola che nella nostra bella lingua è moribonda. Perché le parole hanno questo limite, come la vita umana. Quando cessano di camminare per le strade, di lavorare, quando le parole non diventano carne di fatti, si spengono e crepano come soldatini in un avamposto sperduto, fucilate da un cecchino.
La parola che amo è dignità. Detta così, alla radio, in un giorno qualunque, questa parola non fa alzare nessuno dalla sedia, diciamo pure che non ve ne frega un cazzo. Peccato, vi siete alzati per il cazzo e non per dignità. Visto? Ci sono parole "erettili" e altre che non lo sono più. Ma ne siete sicuri?
Che cos'è esattamente la dignità? E' il rispetto che l'uomo, conscio del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di se stesso e tradurre in un comportamento coerente, adeguato.
Più che una semplice parola, dignità è quasi uno stile di vita. Quindi, evidentemente, c'è qualcosa nello stile di vita di questo paese che non va, perché altrimenti dignità sarebbe una parola viva, un testimone acceso, una sentinella in piedi sulla linea di confine tra la coerenza e la riverenza.
Ma la riverenza in Italia ha sfondato l'esile linea nemica, la riverenza dilaga. E i soldatini della dignità sono senza scarpe, isolati, dimenticati o trattati da untori. Eppure resistono, e mi domando anch'io come sia possibile che qualcuno di loro sia rimasto ancora in piedi a dispetto dei tempi.
Esempio? Esempio. Il ventennale del Costanzo show e il Vespa show, entrambi programmi di regime, due facce della stessa medaglia.
Vado a ruota libera hermanos, perdonatemi. Voi non vi siete mai stupiti alla notizia, per esempio, che il leader del centrosinistra D'Alema andasse a ripetizione da Costanzo, cioè che si facesse insegnare trucchi e trucchetti di immagine e comunicazione da un pilastro di Mediaset, ossia il partito da abbattere?
Lo so, lo so che Costanzo è un uomo libero, per carità, e che non perde occasione per ribadire che lui sarebbe stato più felice se il Berlusca si limitava a fare l'editore e non il gatto mammone di tutto il cuccuzzaro.
Anche a Jack Folla hanno chiesto di scrivere sulla prima pagina di Libero e non avete idea di quanto mi avrebbe divertito. Però no. Dire no ha un prezzo, e nel mio piccolo non lo pago per far dire a Feltri che Libero è molto libero, tant'è che ci scrive pure Jack Folla...
Ma la libertà ha un prezzo? Si può accettare di essere blanditi e rimanere liberi? Si può andare a lezione dall'avversario?
Per essere furbo è furbo, ma guardate un po' la furbizia com'è andata a finire, Bertinotti rivela al ventennale di Costanzo. Perdindirindina, come dicevano i nostri nonni, e che ci fa quello che vuole addirittura rifondare il comunismo nel salotto buono del gatto mammone. E anche l'opposizione era lì, con le paillettes nelle dentiere, tutta moine e sorrisi di potere. Hanno perso, ma non sanno cosa sia la dignità.
E perderanno ancora, perché fa meno male il buio dei riflettori spenti, di questa indecente luminaria sulla loro riverenza. Io Vespa lo lascerei da solo, lui e il suo dio. Poltroncine rosse vuote, che si veda ad occhio nudo la contrapposizione tra due scuole di vita. E se la non visibilità non paga, in questa società mediatica, pazienza, saremo stati sconfitti con dignità.
Sentite il suono bellissimo e perduto di questa parola?
Non si può fare le fisarmoniche, non è degno denunciare in campagna elettorale il comportamento del tribuno Vespa che tira la volata a Berlusconi e poi accettare di andarci fra salamelecchi e convenevoli per il terrore panico di uscire dal giro. Questo non è dimostrare di avere senso dello Stato, è senso di vuoto sotto il sedere, è diverso. O Vespa è parziale o non lo è, non si scappa. E se non è imparziale non lo si legittima accettando l'invito, punto.
Sottrarsi, interessa? Sgradevole vero? Sottrarsi. Niente più articoli sui giornali, niente foto, poca o niente visibilità, ma tanta dignità.
Vedreste allora come si ricompatterebbero le file, dal basso.
La dignità ha questo misterioso potere: unisce, crea solidarietà insperate, un po' carbonare ma audaci. La riverenza no. La lingua applicata sulle parti basse di chi è più in alto di voi vi incolla al potere, ma la gente si stacca, piano piano, un po' alla volta, finché non vi rispetta proprio più.
Nelle stesse ore ho letto che adesso Silvio Berlusconi punta alla Presidenza della Repubblica. I migliori auguri di Jack Folla per altri vent'anni di Costanzo Show, mezzo secolo di Porta a porta e un bel Quirinale set per tutti...
Quando vi svegliate fatemi un fischio, ciao.

Diego Cugia



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