Tema: mio nonno.
Svolgimento.
Mio nonno è fascista. Mio nonno sta all'ospizio. Mio nonno si chiama Robertino Casoria come me che sono il nipote.
A mio nonno gli danno la libera uscita solo la domenica. Mio nonno era dal 2001 che aspettava questo ottobre del 2007, perché solo ogni 5 o 6 anni il 28 ottobre casca di domenica e mio nonno lo può festeggiare con noi
Infatti, domenica scorsa è arrivato a casa nostra e si è messo a pulire l'Ape furgonato. Mi ha dato una videocassetta che s'è comprato l'anno passato in gita a Predappio. Mi ha detto: oggi è il 28 ottobre anniversario della marcia su Roma e lo possiamo festeggiare insieme, ma prima guardati 'sto filmino e preparati per il grande giorno.
Io me lo sono visto per una mezz'oretta, questo filmino, ma poi ho chiamato Pancotti Maurizio a farmi compagnia. Gli ho detto: Pancotti Maurizio vieni a vederti questa cassetta, è un film in bianco e nero di un sacco di tempo fa, tipo quei film antichi di comiche di Stanlio e Olio che ci sta il ciccione e il secco che fanno ridere. Solo che in questo il secco non ci sta, ci sta solo il ciccione che è pure pelato, scucchione e non ride nessuno. Gli ho detto che forse il pubblico di una volta, facilone, rideva per 'sti film. Pancotti Maurizio dice che nemmeno al tempo che l'hanno fatto, questo film, la gente ci rideva tanto.
Poi finalmente Pancotti Maurizio ha fatto lui una cosa comica. Pure Pancotti Maurizio è ciccione, però lui non è pelato e non c'ha manco la scucchia.
Pancotti si pensava che io non lo vedevo e si è mangiato una caccola. Io gli ho detto, Pancotti Maurizio ti mangi le caccole? Lui ha detto: no no no, non me le mangio, fanno schifo le caccole.
Io gli ho detto, se sai che fanno schifo vuol dire che l'hai assaggiate, se l'hai assaggiate vuol dire che ti mangi le caccole. Pancotti Maurizio...
Lui ha detto: no no no, non era una caccola, era una caramella.
Gli ho detto, ma dico Pancotti, tu già sei ciccione, se in più ti mangi le caramelle diventi ancora più ciccione, allora è meglio che ti mangi le caccole.
Lui mi ha chiesto: è perché? Dico, perché!? Perché le caramelle stanno fuori di te, arrivano dal pacchetto delle caramelle, poi ti entrano in bocca e nella pancia e tu diventi più grasso di prima. Invece le caccole stanno già nel naso, le tiri fuori dal naso, le metti in bocca, restano sempre dentro di te e tu non diventi più grasso.
Le caramelle, ho detto con voce stentorea, sono come gli extracomunitari che arrivano da fuori dell'Italia, quando ci entrano l'Italia diventa cicciona, mentre le caccole sono autartiche, sono come gli italiani che restano sempre dentro all'Italia, gli italiani che amano l'Italia per patriottismo fascista. Tanti milioni di fascisti che sono tante caccole dell'Italia fascista.
Pancotti Maurizio m'ha detto vabbéh vabbéh, ma adesso possiamo smettere di vedere 'sto film in bianco e nero e di parlà di scucchioni? Possiamo fare merenda? Ho detto, Pancotti Maurizio se c'hai fame magnate 'na caccola. Lui m'ha detto, purtroppo le ho finite. Io ho fatto un gesto da vero camerata che mio nonno fascista sarebbe stato orgoglioso: gli ho dato due caccole mie, una da mangiarsi subito e una da stiparsi nel naso che se la mangiava dopo.
Poi finalmente mio nonno è riuscito a mettere in moto l'Ape furgonato e siamo partiti. Lui, nonno fascista, stava davanti e guidava lento lento che tutti gli mandavano gli accidenti, io e Pancotti Maurizio stavamo dietro nel furgonato.
Abbiamo parcheggiato sul Lungotevere e siamo andati a piedi a Piazza San Pietro. Era pieno di gente e io ho chiesto, nonno ma che è la marcia su Roma?
Pancotti Maurizio ha detto, più che 'na marcia è 'na corsa, oggi ricorrono i morti co' 'na mezza settimana d'anticipo. Il clero festeggia perché ha fatto 498 nuovi beati, un record! Mai nella storia c'è stato un papa che ha avuto il coraggio di sfornarne tanti co' 'na botta sola. Pancotti è comunista e pure un po' miscredente, quando nonno lo sente parlare gli si alza sempre la pressione.
Infatti, a mio nonno fascista gli s'è gonfiata 'na vena grossa sul collo e ha risposto: 'sti beati so' tutte vittime della Repubblica Spagnola. Negli anni Trenta gli spagnoli hanno cacciato il re, hanno dato le terre al popolo, ci stava il socialismo e la Chiesa era contraria.
Fortunatamente, ha detto nonno, fortunatamente è arrivato il fascismo col dittatore Franco e la Chiesa ha potuto tirare un po' il fiato. E mo' quel comunista di Zapatero dice che si deve condannare il fascismo, cancellare i simboli, dichiarare illegittime le sentenze dei tribunali del regime... E la Chiesa, invece, con la dittatura ci andava abbastanza d'accordo, dice nonno. E' col comunismo che proprio nun se prendono...
E così allora, Ratzinger e Zapatero si combattono a colpi di memoria storica. Tu mi combatti il fascismo? Me lo condanni? E io ti condanno la repubblica! Tu vuoi riesumare i corpi dei repubblicani sotterrati nelle fosse comuni? E io ti sforno 500 beati e te ne preannuncio altri duemila...
In quel momento preciso si è affacciato Ratzinger alla finestra, ma poco poco eh... Ha fatto il saluto e poi se n'è tornato dentro. Però mio nonno ha tirato fuori la macchinetta fotografica e in mezzo minuto ha fatto un rullino di fotografie sano sano.
Poi siamo rimontati sull'Ape furgonato e siamo tornati a casa. Mio nonno mi ha detto: senti ti do il rullino, m'ha detto, sviluppalo... poi le fotografie ce le vediamo insieme la prossima settimana.
E così, dopo una settimana, stamattina per la libera uscita è tornato il nonno fascista. Mio nonno fascista si emoziona sempre quando vede qualcuno che parla affacciato a una finestra, a un balcone... E così la domenica scorsa per l'emozione s'è scordato di aprire l'obiettivo e le foto del papa so' venute tutte nere nere. Allora il nonno ha tirato fuori dal portafoglio 'na fotografia di Mussolini che pareva un santino. Ha detto: non importa se non possiamo vederci il papa, ci vediamo il duce che tanto va bene lo stesso.
Mio nonno dice che se non ci fossero tanti comunisti in Italia, pure Mussolini si potrebbe fare beato, e magari pure santo!
Ciao maestra, concludo col dire che io penso che il duce ci starebbe proprio bene co' l'aureola, perché co' quella capoccia pelata chissà quanto sbrilluccicherebbe.
Ascanio Celestini
Tra papa, duce e re...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento