Y para siempre vivirá la esperanza



Fue en Abril (cruel y blando Abril)
cuando una mañana apareció
el Comandante.
Era el bravo Fidel en carne y hueso
que nos proponía levantarnos en armas
y cambiar de curso la Historia del Perú.
40 aceptamos.
Subimos al Turquino
2,200 metros de alto y durante
6 meses aprendimos la guerra de guerrillas.
El final lo conocerán todos.
(Me aburro y no termino este poema)
Pero voy al combate y a la guerra
por amor a mi patria, a mi Perú,
por amor a mi suelo, a mis paisajes,
por amor a los pobres de mi tierra,
por amor a mi madre, a sus cariños,
por amor a mi padre, a sus durezas,
por amor a hermanos y amigos,
por amor a la vida y a la muerte,
por amor a las cosas de los días,
por amor a los días del otoño,
por amor a los fríos del invierno.
No sé qué pasará conmigo y mis
hermanos en la lucha,
pero supe vivir y morir como
hombre digno,
queriendo respetar y salvar al que
todo lo sufre,
queriendo abrir nuevos soles salvadores.
"El final de la historia lo dirán
mis compañeros,
arriba, abajo, encima de la historia,
y contarán a mis hijos
historias verdaderas,
y para siempre vivirá la esperanza."

Javier Heraud, La Habana, Nov. 62
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Fu in Aprile (crudele e blando Aprile)
quando una mattina apparve
il Comandante.
Era il valoroso Fidel in carne ed ossa
che ci proponeva alzarci in armi
e cambiare corso la Storia del Perù.
In 40 accettammo.
Salimmo su al Turquino
2.200 metri di altezza e per
6 mesi imparammo la guerra di guerriglie.
La fine la conosceranno tutti.
(Mi annoio e non finisco questo poema)
Ma vado al combattimento e in guerra
per amore della mia patria, del mio Perù,
per amore della mio suolo, dei miei paesaggi,
per amore dei poveri della mia terra,
per amore di mia madre, delle sue carezze,
per amore di mio padre, delle sue durezze,
per amore di fratelli e amici,
per amore della vita e della morte,
per amore alle cose di ogni giorno,
per amore dei giorni dell'autunno,
per amore dei freddi dell'inverno.
Non so che cosa succederà tra me ed i miei
fratelli nella lotta,
ma seppi vivere e morire come
uomo degno,
volendo rispettare e salvare
chiunque soffra,
volendo dischiudere nuovi soli salvatori.
“Il finale della storia lo racconteranno i miei compagni,
in alto, in basso, in cima alla storia,
e racconteranno ai miei figli
storie vere,
e per sempre vivrà la speranza".

Javier Heraud, La Habana, Nov. 62

3 commenti:

  1. io non ero ancora nata..
    e oggi c'è un mondo esente da questo valore.... la speranza...tutti vi si confidano... ma nessuno vuole morire per lei... almeno nella nostra società...
    ma forse sono speranze assai diverse.. la nostra.... mah.. non si capisce bene cosa dovrebbe essere...
    per loro... è questione di vita ... e pensare che il mondo... è uno solo... R.

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  2. Penso che la Speranza (quella nobile, intendo) sia in fondo sempre la stessa, anche se la società (la nostra) è cambiata (in peggio).
    Se vogliamo restituire valore vero alla Vita, dobbiamo ridare sostanza e contenuto alla Speranza.
    L'alternativa, almeno nel nostro caso, non sarà certo subire una dittatura sanguinaria, ma arrendersi al "totalitarismo dolce", alla depressione collettiva, all'idiozia imperante, all'avvilimento umano.

    Occorre seguire il programma (vedi Ideario a lato). Punto 1: Mettiti sempre al servizio di una causa nobile; Punto 2,3, etc.. fino ad arrivare al punto 7: Guarda avanti e immagina il tutto già completo e finito.
    La società siamo noi, i paesi di domani siamo noi. Gli stupidi non hanno futuro.
    Ciao, D.

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  3. gli stupidi non hanno futuro... ma se la cavano sempre , sulle spalle delle brave persone.. x il resto... concordo... R.

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