Prego vivamente i franchi tiratori pagati dal deputato locale del Partito di Azione Nazionale, prego vivamente questi franchi tiratori di non sparare prima che io finisca di parlare, perché ci interessa molto che la gente buona di Morelos ascolti quello che abbiamo da dire. Io vedo che questo presidente Fox vuole fare la stessa cosa che ha fatto Madero, che dopo la dittatura voleva che tutto continuasse come prima, senza cambiare nulla. Madero non aveva capito che la gente era cambiata e non era più disposta ad accettare che tutto continuasse allo stesso modo. A Fox succede lo stesso!
Subcomandante Insurgente Marcos
Quello che sta proponendo la Globalizzazione è una radicalizzazione dello spazio sociale che da una parte riunisce gente sensibile a queste aspettative o queste possibilità e dall'altra esclude gente che rimane completamente isolata. Nel caso di Città del Messico forse è possibile che la gente possa fare questa scelta, ma in tutto il resto del Paese no. Comunità indigene completamente isolate dal resto del mondo sono venute a sapere della marcia solo attraverso un sistema di passaparola. E così sono scesi dalle montagne e hanno toccato con mano la realtà della marcia. Senza leggere quotidiani o ascoltare giornali radio e telegiornali, e senza comprare ninnoli per strada. Questa gente è la maggioranza, anzi non è solo la maggioranza, è quella che tira ancora avanti il Paese. In questo senso dicevamo agli imprenditori che loro esistono grazie a noi, ma che noi possiamo esistere perfettamente senza di loro. Se crolla tutta questa parte crolla il Paese, se cadono loro non succede nulla perché ci sarà sempre chi li sostituirà.
E', il nostro, un modo di ritrovare tutte le nostre radici: quella indigena, quella propriamente guerrigliera, quella storica e anche quella urbana. In un modo o nell'altro ritrovavamo tutto quello che era passato sotto i nostri piedi. Ed era anche un modo per dire: ecco, noi siamo questo. Siamo tutto questo. Siamo l'elemento poetico e millenario degli indigeni, con tutta la loro bontà nel linguaggio e nei confronti del mondo; ma siamo anche la radice armata della clandestinità, degli anni delle catacombe, del marxismo-leninismo; ma siamo anche l'elemento urbano, siamo anche Zapata, siamo anche Villa. Insomma, è stato un modo per dire noi siamo tutto questo. Le nostre contraddizioni, le nostre virtù, i nostri difetti hanno a che vedere con queste radici. E' evidente che la colonna vertebrale del movimento continua ad essere quella indigena, ma sono presenti anche altri elementi. Siamo un volto formato da molti volti, siamo un prisma con molte facce, e in questo senso riflettiamo molte luci. Per questo siamo capaci di dialogare con settori tanto dissimili.
Subcomandante Insurgente Marcos
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