Emiliano Zapata
2001. Gli Stati Uniti dopo l'undici settembre si trovarono improvvisamente esposti alla minaccia di attacchi terroristici con l'utilizzo di agenti chimici. Scoppia un vero e proprio panico da antrace. Come sappiamo l'attacco previsto e temuto non ci sarà, ma da tutta la vicenda si potrà ugualmente trarre un utile e importante insegnamento. Non tuttavia, come si potrebbe pensare, per la lotta al terrorismo. Mentre infatti l'attenzione è tutta rivolta alla guerra contro i talebani e Bin Laden, un'altra guerra, meno nota e di carattere politico-legale, viene combattuta e vinta dagli Stati Uniti: quella contro il mito dell'intangibilità dei brevetti industriali!
L'emergenza antrace e un po' di borotalco riescono infatti ad ottenere, in barba alle costose procedure di acquisizione e sfruttamento delle licenze commerciali o alle complesse azioni legali di tutela dei marchi e brevetti industriali, quello che tanti Stati africani impegnati nella lotta contro l'Aids non sono mai riusciti ad ottenere: la libera produzione a prezzo equo di un farmaco brevettato! A dimostrazione, ove mai ce ne fosse bisogno, che quando si vuole (meglio: quando chi ha il Potere lo vuole!) si possono anche abbattere quelli che si considerano i capisaldi fondamentali del commercio mondiale, della globalizzazione economica e del diritto industriale.
Il farmaco in questione è il Cipro, un potente antibiotico, unico riconosciuto efficace contro l'antrace dalla F.D.A. statunitense, allora prodotto con licenza esclusiva di brevetto dal colosso farmaceutico tedesco Bayer. L'America di Bush ne ha bisogno e il colosso farmaceutico è subito piegato e costretto a cedere. La minaccia degli Stati Uniti? Eludere il brevetto e farsi il farmaco in casa, da soli! Già sono pronte e si dicono disponibili la Johnson & Johnson, la Bristol-Myers Squibb, la Pfizer, la Glaxo-Smith-Kline...
La Bayer è un colosso multinazionale con centinaia di stabilimenti in sei continenti, più di centoquarant'anni di storia, oltre mezzo milione di azionisti, 180mila brevetti e 70mila marchi registrati, un fatturato annuo da decine di miliardi di euro, ma... Ma non è tra i finanziatori della campagna presidenziale di Bush. Alla fine, sotto attacco, la Bayer deve arrendersi.
E le norme a tutela della proprietà intellettuale? E gli accordi internazionali sui marchi e brevetti industriali? E le regole imposte dagli accordi Trips (Trade Related Aspects of Intellectual Property) del W.T.O.? Quelli valgono forse solo per chi "scarica" da Emule? Per il senegalese che vende il “cd pirata” (povero “untorello” manzoniano)? Per gli studenti che fotocopiano libri universitari (non più del 15%, mi raccomando)? No di certo, perchè quando poi si vogliono fare le cose in grande, quelle stesse norme le si utilizzano anche contro gli Stati. Solo però quelli Africani o del Terzo Mondo che, per combattere l'Aids, violano l'inviolabilità dei brevetti e delle licenze. Gli Stati Uniti, in quel caso, sono i primi e più strenui sostenitori del sistema dei brevetti, i più intransigenti difensori della loro inviolabilità.
L'emergenza antrace e un po' di borotalco riescono infatti ad ottenere, in barba alle costose procedure di acquisizione e sfruttamento delle licenze commerciali o alle complesse azioni legali di tutela dei marchi e brevetti industriali, quello che tanti Stati africani impegnati nella lotta contro l'Aids non sono mai riusciti ad ottenere: la libera produzione a prezzo equo di un farmaco brevettato! A dimostrazione, ove mai ce ne fosse bisogno, che quando si vuole (meglio: quando chi ha il Potere lo vuole!) si possono anche abbattere quelli che si considerano i capisaldi fondamentali del commercio mondiale, della globalizzazione economica e del diritto industriale.
Il farmaco in questione è il Cipro, un potente antibiotico, unico riconosciuto efficace contro l'antrace dalla F.D.A. statunitense, allora prodotto con licenza esclusiva di brevetto dal colosso farmaceutico tedesco Bayer. L'America di Bush ne ha bisogno e il colosso farmaceutico è subito piegato e costretto a cedere. La minaccia degli Stati Uniti? Eludere il brevetto e farsi il farmaco in casa, da soli! Già sono pronte e si dicono disponibili la Johnson & Johnson, la Bristol-Myers Squibb, la Pfizer, la Glaxo-Smith-Kline...
La Bayer è un colosso multinazionale con centinaia di stabilimenti in sei continenti, più di centoquarant'anni di storia, oltre mezzo milione di azionisti, 180mila brevetti e 70mila marchi registrati, un fatturato annuo da decine di miliardi di euro, ma... Ma non è tra i finanziatori della campagna presidenziale di Bush. Alla fine, sotto attacco, la Bayer deve arrendersi.
E le norme a tutela della proprietà intellettuale? E gli accordi internazionali sui marchi e brevetti industriali? E le regole imposte dagli accordi Trips (Trade Related Aspects of Intellectual Property) del W.T.O.? Quelli valgono forse solo per chi "scarica" da Emule? Per il senegalese che vende il “cd pirata” (povero “untorello” manzoniano)? Per gli studenti che fotocopiano libri universitari (non più del 15%, mi raccomando)? No di certo, perchè quando poi si vogliono fare le cose in grande, quelle stesse norme le si utilizzano anche contro gli Stati. Solo però quelli Africani o del Terzo Mondo che, per combattere l'Aids, violano l'inviolabilità dei brevetti e delle licenze. Gli Stati Uniti, in quel caso, sono i primi e più strenui sostenitori del sistema dei brevetti, i più intransigenti difensori della loro inviolabilità.
Non con altrettanto zelo quando invece si tratta, come abbiamo visto, di cose che li riguardano direttamente. E questo perchè nessuno potrebbe mai "fare causa" agli Stati Uniti d'America. E' semplicemente impensabile. Nessuno riuscirebbe a portarli davanti a un tribunale o ad un consesso internazionale per ottenerne la condanna.
Nel caso del Cipro infatti, di fronte alla minaccia e pressione del Governo statunitense, il prezzo del farmaco Bayer crolla in pochi giorni, come anche le azioni in borsa della multinazionale. La casa farmaceutica capisce alla svelta e corre ai ripari con offerte di forniture al ribasso. Da ultimo, quando si arriverà all'accordo finale col Governo Federale, la Bayer “offrirà spontaneamente” agli Stati Uniti il farmaco a meno di un dollaro!! Questo, ovviamente, al solo Governo, perché nelle farmacie il prezzo continuerà ad essere ben diverso: lì il brevetto esiste ancora!
Alla fine, come nelle belle storie del capitalismo, tutto finisce nel migliore dei modi. Il Governo statunitense ottiene quello che vuole (altrimenti se lo sarebbe preso comunque); l'inviolabilità del brevetto è salva (ma solo per chi non ha lo stesso potere degli Stati Uniti); la Bayer produce Cipro per mesi a pieno regime nei suoi stabilimenti, 24 ore su 24 e sette giorni a settimana; gli azionisti vedono schizzare al rialzo le loro azioni del 25% in poche settimane; e... i postini americani sono salvi!
Per Mandela e il suo Medicines Act le cose sono invece andate diversamente. Quando il Sudafrica si azzardò ad aggirare la restrizione dei brevetti sui costosi farmaci antiretrovirali necessari per la lotta all'Aids, venne portato in giudizio da 39 (diconsi trentanove!) case farmaceutiche, tra cui anche la (coraggiosa) Bayer. Il tutto, ovviamente, con il pieno appoggio e sostegno del Governo U.S.A. Il Governo sudafricano, citato in giudizio, fece appello agli artt. 6 e 31 del Trips/WTO (cioè “salute pubblica” e “caso di emergenza”), cercando una sorta di esimente per stato di necessità. La risposta degli avvocati delle case farmaceutiche fu che gli articoli erano inapplicabili al caso di specie in quanto non di vera emergenza si trattava, poichè il problema dell'Aids non era “nè improvviso, né temporaneo”, ma endemico. Il processo durò più di tre anni e solo l'indignazione generale costrinse alla fine le industrie farmaceutiche ad una “ritirata strategica”. Il principio era comunque salvo e loro facevano solo una gentile e umanitaria concessione.
Insomma, in Africa muoiono milioni di persone ma non è emergenza, negli Stati Uniti di antrace (carbonchio) ne muore uno solo, ufficialmente accertato, ma è sì emergenza! Per la cronaca, si è trattato di un musicista di New York appassionato di ritmi africani che ha contratto il bacillo del carbonchio probabilmente da pelli e manufatti importati dall'Africa. C'è della feroce ironia, in tutto questo, se non fosse per la morale che se ne ricava.
Nel caso del Cipro infatti, di fronte alla minaccia e pressione del Governo statunitense, il prezzo del farmaco Bayer crolla in pochi giorni, come anche le azioni in borsa della multinazionale. La casa farmaceutica capisce alla svelta e corre ai ripari con offerte di forniture al ribasso. Da ultimo, quando si arriverà all'accordo finale col Governo Federale, la Bayer “offrirà spontaneamente” agli Stati Uniti il farmaco a meno di un dollaro!! Questo, ovviamente, al solo Governo, perché nelle farmacie il prezzo continuerà ad essere ben diverso: lì il brevetto esiste ancora!
Alla fine, come nelle belle storie del capitalismo, tutto finisce nel migliore dei modi. Il Governo statunitense ottiene quello che vuole (altrimenti se lo sarebbe preso comunque); l'inviolabilità del brevetto è salva (ma solo per chi non ha lo stesso potere degli Stati Uniti); la Bayer produce Cipro per mesi a pieno regime nei suoi stabilimenti, 24 ore su 24 e sette giorni a settimana; gli azionisti vedono schizzare al rialzo le loro azioni del 25% in poche settimane; e... i postini americani sono salvi!
Per Mandela e il suo Medicines Act le cose sono invece andate diversamente. Quando il Sudafrica si azzardò ad aggirare la restrizione dei brevetti sui costosi farmaci antiretrovirali necessari per la lotta all'Aids, venne portato in giudizio da 39 (diconsi trentanove!) case farmaceutiche, tra cui anche la (coraggiosa) Bayer. Il tutto, ovviamente, con il pieno appoggio e sostegno del Governo U.S.A. Il Governo sudafricano, citato in giudizio, fece appello agli artt. 6 e 31 del Trips/WTO (cioè “salute pubblica” e “caso di emergenza”), cercando una sorta di esimente per stato di necessità. La risposta degli avvocati delle case farmaceutiche fu che gli articoli erano inapplicabili al caso di specie in quanto non di vera emergenza si trattava, poichè il problema dell'Aids non era “nè improvviso, né temporaneo”, ma endemico. Il processo durò più di tre anni e solo l'indignazione generale costrinse alla fine le industrie farmaceutiche ad una “ritirata strategica”. Il principio era comunque salvo e loro facevano solo una gentile e umanitaria concessione.
Insomma, in Africa muoiono milioni di persone ma non è emergenza, negli Stati Uniti di antrace (carbonchio) ne muore uno solo, ufficialmente accertato, ma è sì emergenza! Per la cronaca, si è trattato di un musicista di New York appassionato di ritmi africani che ha contratto il bacillo del carbonchio probabilmente da pelli e manufatti importati dall'Africa. C'è della feroce ironia, in tutto questo, se non fosse per la morale che se ne ricava.
E la morale è: vale sempre di più la vita di un solo grasso postino americano che quella di milioni di persone in Congo, Angola, Sudafrica, Brasile, Messico, ...
(D*)
Nessun commento:
Posta un commento