Chi l'avrebbe mai detto che il cambiamento sarebbe stato provocato proprio dai più piccoli, gli indigeni come li chiama Marcos. Chi l'avrebbe mai detto che il Messico si sarebbe reso conto, a partire dal grido di guerra del primo gennaio 1994, che la cosiddetta cultura indigena non è solo quella del secondo piano del Museo Nazionale di Antropologia, o quella della memoria preispanica, o quella dei negozi di artigianato, ma è proprio la chiave per capire noi stessi. Sembrerebbe quasi che i secoli abbiano istupidito noi molto più degli indigeni, facendoci perdere la capacità di capire che la Cultura è qualcosa che vive, dura nel tempo, giace sepolta e un giorno un grido e un fucile alzato aprono la nostra mente alla comprensione! E le donne? Sono le donne, che assieme ai ventiquattro comandanti e agli indigeni, affronteranno sessanta senatori tristi, ed altri forse anche loro un po' tristi. Le donne, che dichiarano dietro i loro passamontagna di essere brutte. E la folla risponde di no, che non sono brutte. Le donne che hanno nella loro forza indigena la forza dei poveri.
Elena Poniatowska
Noi pensiamo che ormai la lotta dell'umanità si identifichi in una lotta per la sopravvivenza. Non in un conflitto di classe, ma per la sopravvivenza. Perché ora, qui come in altre parti, questa possibilità è minacciata. E non mi riferisco alla possibile ecatombe mondiale delle guerre nucleari o alla Guerra Fredda, ma al concetto stesso di Umanità. In questo senso il fucile è puntato sulla cultura, la sua pluralità, il suo modo di vedere il mondo, distante, critico. Le minacce che possiamo avere avvertito durante le rivoluzioni culturali in Cina o nell'Unione delle Repubbliche Sovietiche o al tempo di Hitler, per toccare l'orizzonte Europeo, sono davvero poca cosa rispetto a quelle che ci aspettano. Le culture nazionali saranno oggetto di una ulteriore minaccia e praticamente se non ti metterai una camicetta di Topolino e non mangerai un hamburger da McDonald's non farai parte dell'ambiente culturale e questo condizionerà le persone, le loro coscienze. Quello che ci aspettiamo è una resistenza. Quando proponiamo la resistenza culturale, la difesa dei valori culturali, quello che stiamo dicendo a tutti, in un modo o nell'altro, è difendi quello che hai, altrimenti questo panorama diventerà la realtà per tutti, diventerà cultura e tutto il resto sarà marginale: E divideranno tutto in compartimenti stagni. Così come esiste un compartimento per gli indios, ce ne sarà uno per i cineasti, uno per i giornalisti, per gli scrittori di romanzi polizieschi... Tutto ciò che starà al di fuori del consumo del mercato sarà marginale, per quanto valido possa essere sarà marginale. Cioè, solo io leggerò questo libro, solo io vedrò questo film...
Subcomandante Insurgente Marcos
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