Quante furono le vittime dell'undici settembre? Ufficialmente circa tremila. Per la precisione 2.974 morti e 24 dispersi. Ma quei tremila morti hanno scatenato una reazione, mediatica e militare, senza eguali. Come spiegare, allora, l'indifferenza e l'assoluta inazione di fronte a ben altri stermini in atto da decenni nel Terzo Mondo? Oltre tre milioni di morti in Congo, ex Zaire. Il genocidio in Rwanda. Trent'anni di guerra civile in Angola. Centotrentamila morti per fame, sopratutto bambini, ogni giorno solo in Africa. E poi un miliardo e mezzo di persone nel mondo che neppure arriva alla povertà, ma vive sotto ogni livello immaginabile di dignità umana.
Perché, di fronte a tanto scempio di umanità, quelle stesse nazioni allargano sconsolate le braccia e dichiarano la propria impotenza, invocando le leggi superiori dell'economia e del mercato e la loro inviolabilità, pena il crollo del sistema? Quando poi a minacciare quello stesso sistema sono bastati 24 terroristi kamikaze!
E la struttura finanziaria di Al-Qaeda? Non si è forse formata e sviluppata nella serra del capitalismo occidentale? Non prospera protetta nei paradisi fiscali? Belize, Barbados, Bahamas, Isole Vegini... Tra gli oltre 2.500 miliardi di dollari che ogni giorno circolano nelle piazze finanziarie del mondo ci sono anche i soldi della Saudi Bin Laden Group, ma certo non vengono né bloccati né confiscati.
Il terrorismo si dice sia un nemico invisibile. Da quando? I talebani sono stati sostenuti, addestrati e finanziati dagli Stati Uniti. Bin Laden è stato creato e protetto dagli Stati Uniti. Saddam Hussein era alleato degli Stati Uniti contro l'Iran di Khomeini.
Saddam come Kabila, prima nemico, poi considerato dagli Stati Uniti un salvatore, un novello Lumumba del Congo, quando serviva per scacciare Mobutu. Aiutato da mercenari ruandesi e ugandesi e con alle spalle gli Stati Uniti, Kabila entrò a Kinshasa mentre gli Usa facevano pressioni sull'Onu e ponevano veti per annullare l'inchiesta sui massacri di profughi avvenuti durante la guerra civile. Poi, nemmeno due anni dopo, Kabila è di nuovo un dittatore, un criminale, un assassino.
Se le cose stanno così io non parlerei tanto di nemico invisibile, piuttosto di figli ribelli, creature sfuggite al controllo del loro creatore. Quando parliamo, quindi, di lotta al terrorismo, di estirpare il “nemico invisibile”, chiediamoci chi sono i “regimi canaglia” che li proteggono. Il terrorismo è un cancro, una degenerazione del sistema che nasce dallo stesso organismo che lo alimenta.
Chi ha creato e difende i paradisi fiscali? Chi ha fatto degli organismi internazionali, ONU in testa, delle strutture mastodontiche e burocratiche controllate e asservite agli interessi del mondo ricco? Chi ha affondato o soffocato intere economie nelle aree meno sviluppate del pianeta? Chi ha creato e abbattuto governi di nazioni indipendenti? Chi ha favorito e lasciato mano libera alle multinazionali per lo sfruttamento e il drenaggio delle materie prime nei paesi poveri del Terzo Mondo? Chi ha permesso loro di inquinare, distruggere e sconvolgere interi ecosistemi? Chi sono i più grandi produttori e venditori di armi al mondo? Chi è responsabile del disfacimento economico, politico e sociale di tanti stati poveri e chi presiede ai meccanismi economici con i quali lo si è consentito, accelerato e reso irreversibile? Chi si oppone, impedisce o rallenta importanti accordi internazionali per cercare di contrastare la vendita d'armi, l'inquinamento e il traffico di sostanze e scorie tossiche e inquinanti? Chi controlla il Consiglio di Sicurezza ONU, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale?
Ecco, trovate le risposte a queste domande e avrete l'identità del perfetto “stato canaglia”!
La verità è che l'Occidente, e con esso identifico sopratutto gli Stati Uniti, sta correndo all'impazzata sulla strada pericolosa di uno sviluppo insostenibile, drogato, che mira, attraverso il furto e la rapina, ad alimentare il benessere e l'opulenza ipertrofica di un quinto del pianeta polverizzando e annientando i restanti quattro quinti e lasciando in eredità un mucchio di macerie inabitabili tutt'attorno al proprio esclusivo “quartiere residenziale”.
La sola Africa è strangolata da un debito per il quale deve pagare ben 35 milioni di dollari al giorno all'Occidente. Di fatto è stato calcolato che il peso di questo debito odioso, contratto da governi fantoccio e corrotti, costa al Sud del mondo circa 21 milioni di vite all'anno! Ci sono migliaia di persone che vivono in condizioni di vita inaccettabili, e l'Occidente, Stati Uniti in testa, non fa nulla per cambiare la situazione nei Paesi poveri. Poi, però, ci si lamenta quando i migranti arrivano a Lampedusa. Gli USA vogliono fare un muro al confine con il Messico! La verità è che la tutela della vita umana non rientra nelle loro priorità. A volte, sotto la pressione dell'opinione pubblica, prendono decisioni che servono solo a dare visibilità politica ed economica, mentre non si mettono in pratica le vere soluzioni sotto gli occhi di tutti.
Ma il vero problema è che la complessità del mondo globalizzato è ormai tale da non esserne più prevedibili le crisi (anche finanziare, come s'è visto di recente) né controllabili gli esiti. Il sistema ha oramai tante variabili da essere del tutto imprevedibile e da sfuggire al controllo dell'apprendista stregone.
Alla fine si ha il fondato sospetto, il timore che, mentre il sistema mondiale dell'informazione e della comunicazione è tutto impegnato a creare opinione e produrre mobilitazione su Afghanistan o Irak, si preparino intanto nuovi “cattivi” da mettere nel mirino. Magari gli estremisti islamici in Pakistan, che, a differenza di Saddam, la Bomba ce l'hanno già; o magari gli zapatisti in Messico, già accusati di alimentare il narcotraffico, o, perchè no, il gruppo integralista Abu Sayaf delle Filippine... Ya Basta!!
(D*)
¿Dónde está el Estado Canalla?
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