Fast Fashion (2°pt)

Quando le corporations multinazionali devono produrre beni destinati ad alimentare il mercato del consumo occidentale usano ricorrere alla tecnica del subappalto con dei partners locali che producano a basso costo. I prodotti finiti tornano poi nel mercato dei paesi ricchi per essere venduti con profitti enormi.
Se invece le corporations multinazionali intendono produrre per il mercato locale, poniamo tequila o birra da destinare al mercato interno messicano, non operano più con la tecnica del subappalto, perché questo non garantirebbe un buon profitto, ma fanno piuttosto uso di joint-venture. Aprono cioè una fabbrica direttamente sul posto dando vita ad una società mista con partners locali, privati o del governo.
In questo modo, tramite la concessione di marchi e brevetti, l'uso di licenze, la fornitura di tecnologia e processi produttivi, riescono ad assicurarsi la fetta maggiore di profitto sui consumi interni e il controllo anche di quei mercati.
Queste tecniche di sfruttamento hanno ovviamente maggiori possibilità di massimizzare il profitto là dove i regimi sono antidemocratici, autoritari o totalitari, perché impediscono ai lavoratori di sindacalizzarsi per chiedere migliori condizioni di salario e lavoro. Hanno fatto così per anni in Corea del Sud, Taiwan, Filippine, Cina, Indonesia, Pakistan...
La Reebok e la Nike sfruttavano il lavoro di 7000 bambini pakistani per cucire palloni da football e scarpe da ginnastica. Forse, come dice Oscar Shindler nel film, solo perché hanno le mani piccole e riescono per questo a lavorare meglio (ma Shindler salvava i bambini ebrei dallo sterminio!).
Appena le condizioni sociali e politiche mutano e il movimento sindacale dei lavoratori rivendica un migliore e più equo trattamento, le corporations multinazionali si trasferiscono altrove. Ma attenzione! Se migliorano le condizioni sociali vuol dire che si è messo in moto un certo processo sociale di sviluppo, il che vorrà dire che non solo i lavoratori sono divenuti consapevoli dei propri diritti, ma anche che i “padroncini” locali si sono emancipati acquisendo conoscienze e tecnologia sufficiente. Saranno questi ultimi, quindi, che sotto la pressione delle corporations, delocalizzeranno altrove.
Ecco che allora può capitare di portare ai piedi scarpe da ginnastica o indossare magliette prodotte da operai vietnamiti o thailandesi in fabbriche di imprenditori coreani o cinesi che operano per conto di multinazionali statunitensi o europee.
Anni fa scoppiò un incendio in Cina in cui morirono 87 operaie... e si scoprì che la fabbrica dove lavoravano in condizioni disumane, senza tutela e sicurezza, era di un imprenditore di Hong Kong che produceva per la Chicco! Questo va bene quando lo fa la Chicco, ché se invece la Cina decidesse di commercializzare prodotti a basso costo per bambini direttamente sui nostri mercati la cosa verrebbe percepita come una violazione della "sfera d'influenza". Si scatenerebbe sicuramente una grande campagna mediatica di informazione e terrore, per dirci che quei prodotti sono tossici e nocivi, realizzati senza sufficienti controlli di sicurezza e di qualità, senza rispetto dei diritti umani e sindacali fondamentali, sfruttando manodopera minorile, senza tutelare l'ambiente. Saremmo a una via di mezzo tra l'essere avvelenati e responsabili della fine della vita sul pianeta! La verità è che semplicemente le corporations devono tutelare le loro riserve di caccia al profitto e per farlo si servono anche di una informazione prezzolata con i soldi della pubblicità e delle sponsorizzazioni. Non fatevi illusioni, le multinazionali ragionano solo ed esclusivamente in termini di profitto, senza mai guardare al valore della vita umana. Se su quegli stessi prodotti potranno fare profitto, diverranno magicamente buoni, affidabili, garantiti e anche balsamici!
Fare qualcosa è difficile, ma non impossibile. Con la Chicco, la Reebok e la Nike le campagne di denuncia e sensibilizzazione hanno avuto qualche effetto. Lo stesso è capitato alla Gap, una grande catena di distribuzione di abbigliamento USA. Si scoprì (vedi filmato) che si riforniva di vestiario a basso costo da fabbriche di El Salvador e Onduras.
Una giacca “Liz Claiborne” venduta negli Stati Uniti a 178 dollari, veniva pagata agli operai solo 74 cent! Il tutto sfruttando lavoro minorile, retribuzioni a cottimo, orari massacranti e riposo inesistente. Insomma, rubando vite umane!
In un primo tempo la Gap si giustificò trincerandosi dietro al fatto che le fabbriche in questione non erano sue (infatti erano della Mandarin International, un'azienda sudcoreana!) e assicurò che avrebbe immediatamente sciolto il contratto. Ma le associazioni internazionali mobilitate chiesero invece che la Gap costringesse piuttosto il suo partner al rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori. Perché l'obiettivo (tanto per rispondere al Presidente del Fraser Institute nel video) non è quello di indurre le imprese che operano (male) a smettere di farlo, ma obbligarle(!) a continuare a operare (bene) nel rispetto delle regole! Nel caso della Gap il sistema di controllo venne affidato ad un gruppo di associazioni per i diritti umani e alle istituzioni ecclesiastiche del Salvador. Fine della pacchia, almeno in quel caso.
Tutto il perverso meccanismo è poi alimentato dal consumismo e dalla moda. La Nike preferisce spende centinaia di milioni di dollari l'anno in pubblicità e sponsorizzazioni piuttosto che in salari e retribuzioni per gli operai del Terzo mondo, perché sa che alimentando l'immagine, la griffe, la tendenza, lo stile in modo tanto pervasivo da farne un fatto di costume, riesce ad assicurarsi il mercato dei cretini, cioè la maggioranza.
La Nike dà 20 milioni di dollari a Michael Jordan perché sa che il giorno dopo un imbecille, che magari abita a Venegono, si va a comprare le sue belle Nike. Altri 20 milioni a Ronaldo e lo stesso farà un idiota di Macerata e come lui tantissimi altri. Il problema è che questi cretini, questi idioti, alimentano lo sfruttamento in atto all'altro capo del mondo, perché per creare quell'aura fatata di esclusività alle loro scarpe di merda si sono pagate somme enormi in pubblicità e sponsorizzazioni, che a loro volta avranno comportato una compressione dei costi e una massimizzazione della produzione per garantire ed accrescere il profitto tramite lo sfruttamento.
Risultato: la Nike aumenterà i profitti e la sua fetta di mercato, Michael Jordan e Ronaldo saranno più ricchi in cinque minuti, qualche lavoratore indonesiano dovrà lavorare 28mila anni per pagare Ronaldo e Michael Jordan e... a Venegono ci sarà un idiota a passeggio per il corso con un paio di scarpette da ginnastica nuove ai piedi. Spero si senta felice e soddisfatto! (D*)


Parte precedente: Profit über alles

3 commenti:

  1. certo che si sentirà felice e soddisfatto.... chi vuoi che ci pensi a tutto quello che denunci te....è bello apparire x molti.. questo è importante... e mandare avanti la fabbrica dei soldi ....punto. R

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  2. Per una sorta di miopia si ha la sensazione che il mondo, quello che ci circonda, il modo corrente di intendere ed agire siano in assoluto "La Realtà". Che sia tale e che, quasi in una dilatazione infinita del tempo presente, lo sia sempre stata...
    Ovviamente, non è così. Niente di più falso!
    La nostra realtà non è "La Realtà" ovunque, nè le cose sono sempre state così.
    Ci sono parti del mondo in cui la realtà è altra e c'è stato un tempo in cui, anche da noi, i valori veri erano altri.
    Per questo c'è da credere che in futuro le cose possano cambiare... Ne abbiamo i mezzi, le risorse, le possibilità. Contro abbiamo un solo nemico, potente e contagioso: la Stupidità!
    Ma confido che, se anche non si riuscirà mai ad "illuminarla", prima o poi la stessa necessità e la forza dei fatti possano piegarla... ammansirla. Ciao, D.

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  3. la stupidità non puoi ammansirla...e tantomeno eliminarla... parte delle nuove generazioni..... " il nostro ricambio"... x così dire.... sono sulla strada e perfettamente in linea... con i valori di oggi... parte della vecchia generazione non è stata in grado di ammansire la stupidità lasciata fiorire x puro disinteresse...
    l'attrazione x il bello e il superfluo .. è la via più corta x la "felicità" e la completezza...hanno tutto e di più... cosa vuoi che gliene freghi dei valori umani... e cosa ne sanno da dove arriva il loro benessere... tanto lo avranno comunque ...ed è difficile tornare indietro e farli adeguare alla vita reale... R

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