¡Y por fin el Subcomandante Marcos llega! (2°pt.)

I falsi capi, i malgoverni, sono idioti che adorano gli anelli della catena che li soggioga. Ogni volta che un governo riceve un prestito dal capitale finanziario internazionale, lo mostra come un trionfo, lo pubblicizza su giornali, riviste, radio e televisione. I nostri attuali governi sono gli unici, in tutta la storia, che festeggiano la loro schiavitù, la ringraziano e la benedicono.
Subcomandante Insurgente Marcos

Era il luglio 1985 quando il presidente brasiliano José Ribamar Ferreira de Araùjo Costa Sarney e quello argentino Raul Ricardo Alfonsìn tennero un importante incontro per cercare di affrontare e risolvere i problemi del continente sudamericano. Le loro Nazioni uscivano stremate dal tunnel delle dittature militari instaurate in tutto il Sud America per un deliberato piano statunitense. Era il cosiddetto Piano Condor, voluto dagli USA nel 1974 e attuato dalla CIA, per contrastare in tutto il continente l'attività di partiti e movimenti politici di sinistra, o anche solo vagamente percepiti come tali, le organizzazioni sindacali, religiose e studentesche.
In Cile, Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia, Perù, Ecuador vennero instaurati con colpi di stato dei regimi militari e dittatoriali che, aiutati e sostenuti dagli USA e dalla CIA, ricorsero sistematicamente ad arresti, torture, stupri, sequestri, sparizioni, assassinii, attentati... Oltre un decennio di violenze e stermini, milioni di vittime massacrate con il bel sigillo USA, oggi primi paladini difensori della Democrazia!
Alla fine, quando queste Nazioni, insanguinate e divise da decenni di conflitti sociali e rivalità militari, riuscirono a liberarsi gradualmente dalle dittature, si ritrovarono ad affrontare una gravissima crisi economica. Era il conto da pagare!
E sì, perché gli USA non fanno certo beneficenza. Che si tratti di guerre o dittature usano sempre i soldi degli altri, preferibilmente quelli delle vittime di turno.
Dopo il decennio delle dittature, quindi, il cosiddetto “decennio perduto degli anni Ottanta”. I gringos devono allora aver pensato: abbiamo perso il controllo politico-militare, facciamo almeno in modo che rimangano economicamente “depressi” e avremo così il dominio economico-finanziario sul nostro bel cortiletto dietro casa.
Per far questo contavano anche sul fatto di riuscire ad alimentare conflitti e rivalità interne al continente, secondo la logica collaudata del divide et impera. Ma nel 1985 i presidenti brasiliano e argentino si incontrarono e stabilirono che era giunto il momento di fare qualcosa. Decisero di aprire e rendere pubblici gli archivi militari, incentivare i contatti politici e le collaborazioni culturali e... integrare le rispettive economie nazionali.
Tombola! Era nata l'idea di un Mercato del Sud!! Di lì a un anno si riunirono a Brasilia i rappresentanti dei governi argentino, brasiliano e uruguayano per dar vita ad accordi di integrazione economica e commerciale. A fine '91 si arriva al Trattato di Assunciòn istitutivo del Mercosur (Mercado Comun del Sur), che vede la partecipazione anche del Paraguay, liberatosi nel frattempo dalla sanguinaria dittatura di Alfredo Stroessner Matiauda (poi condannato in contumacia per crimini contro l'umanità (!) e morto comodamente in esilio grazie alla protezione degli USA!)
Gli Stati Uniti non se l'aspettavano, questa proprio non ci voleva... Ma chi credono di essere? Che si sono messi in testa? Intanto il piano Mercosur va avanti: politica tariffaria e d'importazione unificata, integrazione dei rami economici complementari, gestione comune delle politiche di sfruttamento delle risorse, abolizione dei dazi doganali interni all'area. Il bello è che il piano, nonostante tutti i boicottaggi statunitensi, funziona! (e non potevano esserci dubbi, visto che gli USA ne stanno fuori!). Nei primi anni Novanta la crescita media annua dell'interscambio commerciale trai Paesi membri tocca quasi il 22 percento ed è in costante crescita.
Quello che all'inizio sembrava l'ennesimo tentativo infruttuoso e inconcludente di quei poveri, turbolenti e confusi “latinos”, cominciava a dare frutti, dimostrava la possibilità di fare da sé (e sopratutto a meno degli USA!). Gli Stati Uniti vedono a questo punto pericolosamente minacciata, dopo la perdita del controllo geopolitico, anche la fine del dominio economico-finanziario.
Che fare? Occorre sventare l'insidia portata alla loro dominazione mondiale. Danno quindi il via all'iniziativa di un Mercato Economico Nordamericano, che sorge come associazione di libero commercio ma punta ad estendere il controllo USA sull'intero continente. Nasce così il NAFTA, North American Free Trade Agreement, che unisce in una zona comune di interscambio economico Canada, USA e... Messico. Domanda: chi è dei tre l'anello debole? Il pollo da spennare? Tra le tante condizioni che l'adesione al NAFTA impone al Messico sotto il ricatto di una pistola puntata alla sua economia, c'è la cessione dell'industria petrolifera nazionale e inoltre una riforma costituzionale che preveda l'esproprio, quindi la privatizzazione e cessione a prezzo simbolico alle grandi multinazionali nordamericane, degli ejios, le terre delle comunità indigene, i cui diritti erano stati sempre rispettati anche al tempo della dominazione coloniale. Questo segnerà definitivamente la fine per milioni di indigeni già ridotti alla fame e ora privati anche delle terre. Non ha importanza, quelle terre fanno gola al grande capitale, sono il prezzo da pagare.

Tutto calcolato? Tutto previsto? Quasi... Non avevano previsto che un giovane professore di filosofia si mettesse un passamontagna e imbracciasse un M16 per dare voce e anima al movimento di lotta indigena: l'EZLN, l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Era arrivato il Subcomandante Marcos! Il più gran rompiscatole e guastafeste del neoliberismo, il leader della guerriglia di resistenza indigena, il filosofo dell'alteromondismo. I timori e le denunce di Marcos si rivelano fondati. L'adesione al NAFTA è per il Messico disastrosa e causa una delle crisi finanziarie più gravi mai viste. In quello che venne chiamato “effetto tequila”, il Messico rischiò l'insolvenza e la bancarotta. Il risultato finale fu che i ricchi divennero sempre più ricchi, mentre i poveri, la stragrande maggioranza, precipitarono nella miseria e nella fame.
Non soddisfatta dei disastri già provocati, l'amministrazione Clinton proseguì imperterrita nei suoi piani di dominazione economico-finanziaria dando vita all'ALCA ( Area de Libre Comercio de las Américas). Visto che il NAFTA di per sé aveva poco o nessun senso, considerato che Canada e USA già operavano di concerto e restava quindi solo il Messico a farne parte, con la creazione dell'ALCA gli USA puntavano ad affossare il Mercosur e dar vita ad un super-NAFTA che gli avrebbe permesso la dominazione economica dell'intero continente. L'obiettivo era abbattere le ultime barriere a difesa dei fragili mercati latino-americani, in modo da averne il completo e definitivo controllo.
In una parola, gli americani, come fa Paperon de Paperoni, vogliono organizzare un pranzo in cui tutti gli altri mettono le cibaglie e loro prestano le posate. Iniziano per questo una costante pressione sul Cile per convincerlo ad aderire, in modo da rompere il fronte latino-americano ed estendere l'influenza del NAFTA. Cercano in tutti i modi un complice nel pollaio che apra la porta alla volpe, ma purtroppo per loro anche in Cile i tempi sono cambiati e alla fine quel Paese sceglie il Mercosur. Assieme alla Bolivia decide che è meglio unirsi ai fratelli poveri, piuttosto che cedere alle lusinghe principe azzurro.
Porca miseria, vuoi vedere che le cose si mettono male per gli USA? Il Mercosur nonostante tutto continua a crescere mentre con loro non ci vuole stare più nessuno. La cosa si fa preoccupante. Come don Vito Corleone nel Padrino, iniziano a fare discrete e sotterranee forme di pressione per far capire che è ora di smetterla con quest'idea balzana di inventarsi Organismi Internazionali da cui gli USA sono esclusi, e questo proprio a casa loro! Il continente è loro: il loro cortile, una loro proprietà e pertinenza.
La lezione di Cuba doveva insegnare qualcosa, o no? Cuba, uno stato microscopico sottoposto a quarant'anni di isolamento indegno e ingiustificato. Cuba, che prima era stanza di servizio degli USA, dominio privato delle sue multinazionali; Cuba, che si ribella e resiste perfino a un'aggressione militare; Cuba che non si piega nemmeno all'embargo decretato contro di loro e imposto con metodi rapamafiosi dagli USA al resto del mondo. Porca miseria, vuoi vedere che alla fine Cuba insegna a resistere e non piegarsi?
Quando a Belo Horizonte si riunisce il Terzo Incontro delle Americhe gli USA si trovano di fronte anche la delegazione cubana! Basta, questo è troppo. I metodi dolci finiscono e si passa alle maniere forti. La delegazione statunitense sbatte sul tavolo le sue proposte e detta le condizioni. I negoziati dell'ALCA devono iniziare subito, gli accordi andranno sottoscritti col NAFTA, non si accettano negoziazioni in blocco (cosa che consentirebbe evidentemente un maggiore potere contrattuale in sede di trattative) ma solo per singoli Paesi e.... l'adesione USA sarà fast track! Cosa vuol dire? Vuol dire che tutti gli atti dell'esecutivo americano saranno soggetti alla ratifica posteriore del Congresso, che in sede di approvazione potrà liberamente (e unilateralmente!) modificarli, dettando nuove condizioni e peggiorando le clausole già approvate.
Una pacchia! E' quello che gli USA desiderano (e fanno!) sempre: fare accordi in cui siano loro a dettare le regole e loro a modificarle a piacimento! Il Brasile, appoggiato da tutti i Paesi sudamericani, risponde picche! I negoziati devono potersi svolgere tra blocchi, il NAFTA deve starne fuori e gli USA si procurassero l'avvallo del Congresso prima di fare le proposte.
Gli USA non credono alle proprie orecchie: la servitù che alza la voce? Come si permette? Per vincere le resistenze ricorrono alla minaccia di alzare barriere doganali, sopratutto contro il Brasile (che si è fatto guida della diplomazia sudamericana), e bloccare i finanziamenti dalle Organizzazioni Internazionali controllate dagli USA, Fondo Monetario e Banca Mondiale in testa.
Intanto però registrano defezioni e tradimenti nel proprio campo. Il Canada ha avviato trattative separate di apertura al Mercosur e il Messico, grazie sopratutto all'instancabile lavoro ai fianchi del Subcomandante Marcos, comincia a sganciarsi. (D*)
[fine]

Parte precedente: El arte de la dominación económica

2 commenti:

  1. non ho mai capito ...chi o cosa... abbia permesso agli USA... di diventare padrone del mondo....
    forse ci si sono messi da soli ...e basta....
    la storia infinita continua... il più forte( con le armi sempre in mano)...che vince sul debole che muore di fame...e a cui non viene data la possibilità di alzare il capo....
    Il potere di schiacciare il prossimo... piace a molti... ma contro un arma puntata contro ... puoi far poco... ma a parte questo.... ben vengano i subcomandante Marcos... buon lavoro e senza rese....

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  2. Che siano gli USA, e in passato l'URSS, il terzo Reich, il colonialismo britannico, la corona spagnola, o più su ancora l'impero romano, cinese o mongolo, quella della dominazione è una storia infinita di oppressione, hai ragione.
    A fare oggi la differenza sono però le modalità sempre più raffinate, sottili, mediate con cui la dominazione, il controllo e lo sfruttamento vengono attuati. Questo perché il progresso non riguarda solo, come potrebbe credersi, la medicina, la tecnologia, le comunicazioni etc.. ma anche le forme di dominio e sfruttamento.
    La finanza progredisce con nuovi strumenti speculativi, così come la guerra progredisce con nuovi sistemi d'arma, la politica con nuove forme di creazione del consenso e i media con nuove modalità di manipolazione e controllo dell'informazione.
    E se in una realtà sociale depressa la dominazione può ancora assumere forme brutali, tanto da richiedere forme di resistenza armata, nelle società del benessere assume forme diverse e adotta altri strumenti, più subliminali, per suggestionare, condizionare e controllare i nostri pensieri, le nostre idee, perfino i nostri desideri!
    Per farci sembrare naturale, normale, logico, giusto, scontato quello che non è e non dev'essere.
    Per far apparire desiderabile e attraente quello che non lo è e non dovrebbe esserlo.
    Per annichilire la speranza e spegnere gli animi.
    Per imprigionarci in sogni piccoli e stupidi e poi farci ostaggio di quegli stessi sogni sbagliati.
    Per toglierci perfino la capacità di critica di fronte all'idiozia, perchè perfino essere stupidi oggi è bello!
    Ecco, questo è il pericolo: lo spegnersi graduale delle coscienze, la perdita di "umanità".
    I guasti che stanno causando a questa generazione sono immani e terribili, perchè è un genocidio dell'anima. E per l'anima amputata non esistono protesi... Ciao, D.

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