Un nemico che non rispetti non potrai sconfiggerlo mai. Mai, anche se lo disprezzerai sempre. Subcomandante Insurgente Marcos
Credo che non abbiano paura della nostra capacità offensiva, ma di quella difensiva. Il nostro è un esercito scarsamente armato, ma sufficiente per resistere molto tempo, e rompere le scatole. Perché sì, possiamo tener viva la guerriglia per molti anni e diventare incomodi pur non avendo la capacità di sferrare grandi offensive, o di rappresentare una minaccia al potere militare del governo. Credo però che il timore vero che noi incutiamo è dovuto al fatto che l'E.Z.L.N. è riuscita a toccare le fibre di alcuni settori della società messicana dove è evidente che un attacco contro di noi, chiaramente disponibili ad arrivare ad una soluzione politica ,sarebbe un crimine. Come si può, infatti, colpire qualcuno che afferma di essere disposto ad arrivare alla pace e che dopo il primo gennaio 1994 ha posto in atto solo iniziative di pace. Sarebbe troppo alto il costo, se decidessero di affermare cinicamente: “Siamo criminali, e abbiamo deciso di uccidervi. E lo faremo..” Inoltre il governo ha capito che non si tratta di un gruppo guerrigliero tradizionale, ma che ha rapporti stretti con le comunità e quindi, per sterminarlo, dovrebbe annientare anche le comunità.
La capacità militare del “Che” era elevata e aveva inoltre una grande formazione umana. Questo lo rendeva intollerante con se stesso e gli regalava un'autorità morale che lo poneva al di sopra degli altri. Io, invece, sono talmente tollerante con me stesso, che mi amo molto. Il confronto è molto oneroso. [...] Noi vogliamo spiegare alla gente che non è necessario essere speciali per lottare per qualcosa, e l'immagine del “Che” è talmente alta che io non posso raggiungerla. Noi vogliamo abbassare Marcos e l'E.Z.L.N. al livello della gente comune, per far capire che qualsiasi uomo o donna può combattere, e non necessariamente con un'arma o un passamontagna o rifugiandosi su una montagna. Si può combattere per una causa che ci angustia in un modo o nell'altro: con una penna, con un microfono, in un'aula scolastica, con un quadro o un film...
Il governo è molto stupido, esprime una profonda superbia, si crede capace di risolvere le questioni come faceva 50, 30, 20 anni fa... Non capisce che il mondo è cambiato. Io credo che questo sia invece un pregio del movimento zapatista, riconoscere che il mondo è cambiato, che non è più lo stesso, e pertanto bisogna adeguare anche le forme di lotta. Il governo invece no, e continua a fare le stesse cose. Il sistema politico messicano vuole agire come se non fosse cambiato niente e crede di poterci comprare, e che se non ci può comprare allora ci può ammazzare. Ma non ha potuto né comprarci né ammazzarci.
Subcomandante Insurgente Marcos
Parti precedenti:
Στο όνομα του Ζαπάτα (1° pt)
Στο όνομα του Ζαπάτα (2° pt)
Στο όνομα του Ζαπάτα (3° pt)
Στο όνομα του Ζαπάτα (4° pt)
Credo che non abbiano paura della nostra capacità offensiva, ma di quella difensiva. Il nostro è un esercito scarsamente armato, ma sufficiente per resistere molto tempo, e rompere le scatole. Perché sì, possiamo tener viva la guerriglia per molti anni e diventare incomodi pur non avendo la capacità di sferrare grandi offensive, o di rappresentare una minaccia al potere militare del governo. Credo però che il timore vero che noi incutiamo è dovuto al fatto che l'E.Z.L.N. è riuscita a toccare le fibre di alcuni settori della società messicana dove è evidente che un attacco contro di noi, chiaramente disponibili ad arrivare ad una soluzione politica ,sarebbe un crimine. Come si può, infatti, colpire qualcuno che afferma di essere disposto ad arrivare alla pace e che dopo il primo gennaio 1994 ha posto in atto solo iniziative di pace. Sarebbe troppo alto il costo, se decidessero di affermare cinicamente: “Siamo criminali, e abbiamo deciso di uccidervi. E lo faremo..” Inoltre il governo ha capito che non si tratta di un gruppo guerrigliero tradizionale, ma che ha rapporti stretti con le comunità e quindi, per sterminarlo, dovrebbe annientare anche le comunità.
La capacità militare del “Che” era elevata e aveva inoltre una grande formazione umana. Questo lo rendeva intollerante con se stesso e gli regalava un'autorità morale che lo poneva al di sopra degli altri. Io, invece, sono talmente tollerante con me stesso, che mi amo molto. Il confronto è molto oneroso. [...] Noi vogliamo spiegare alla gente che non è necessario essere speciali per lottare per qualcosa, e l'immagine del “Che” è talmente alta che io non posso raggiungerla. Noi vogliamo abbassare Marcos e l'E.Z.L.N. al livello della gente comune, per far capire che qualsiasi uomo o donna può combattere, e non necessariamente con un'arma o un passamontagna o rifugiandosi su una montagna. Si può combattere per una causa che ci angustia in un modo o nell'altro: con una penna, con un microfono, in un'aula scolastica, con un quadro o un film...
Il governo è molto stupido, esprime una profonda superbia, si crede capace di risolvere le questioni come faceva 50, 30, 20 anni fa... Non capisce che il mondo è cambiato. Io credo che questo sia invece un pregio del movimento zapatista, riconoscere che il mondo è cambiato, che non è più lo stesso, e pertanto bisogna adeguare anche le forme di lotta. Il governo invece no, e continua a fare le stesse cose. Il sistema politico messicano vuole agire come se non fosse cambiato niente e crede di poterci comprare, e che se non ci può comprare allora ci può ammazzare. Ma non ha potuto né comprarci né ammazzarci.
Subcomandante Insurgente Marcos
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Στο όνομα του Ζαπάτα (3° pt)
Στο όνομα του Ζαπάτα (4° pt)
sono capitata qui per caso e ho trovato molto interessante il tuo blog, credo che ci passerò più spesso!
RispondiEliminaBuona giornata
Simona