Siento bajo mis talones el costillar de Rocinante...



Alonso Chisciano, in arte Chisciotte, intorno alla cinquantina si mette per strada alla missione di contrastare ingiustizie, riparare torti. E’ finita da tempo l’epoca della cavalleria errante, ma lui non si arrende all’evidenza d’essere arrivato ultimo e a tempo scaduto.
Chisciotte non si arrende all’evidenza. Viene battuto, sconfitto, rovesciato e però non smette di riprovare ancora. Lui che non ha mai la meglio sui giganti che incontra, è l’invincibile. E' una specie di omaggio a quei seguaci delle cause perse che proprio in quanto tali sono in fin dei conti invincibili. Chi sconfitto sempre, mai rinuncia a battersi di nuovo è invincibile.
Invincibili sono i migratori, quelli che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e che non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione perché chi va a piedi non può essere fermato.
Anche quando la vita sembra una lotta contro i mulini a vento, eroe è colui che non si lascia fermare da disillusioni e delusioni. Invincibile non è chi sempre vince, ma chi mai si fa sbaragliare dalle sconfitte, chi mai rinuncia a battersi di nuovo.
La poesia diviene il modo di contrastare il mondo e le sue ingiustizie, i suoi disordini e le inerzie del quotidiano. Essa non è un modo per fuggire dalla realtà, così come Don Chisciotte non è un mero ideale libresco, ma un ideale di vita che appartiene a tutti gli uomini.
La parola, il suono, così come il pensiero non possono essere fermati da nessuna barriera; una volta espressi si librano nell’aria e si diffondono, vanno verso l’altro che ci sta di fronte, verso ogni Chisciotte ramingo per il mondo.
L'indifferenza non è semplicemente infischiarsene degli altri, ma, soprattutto, non riuscire a distinguere la differenza tra realtà e finzione, al punto di assistere, senza intervenire, a prepotenze e disgrazie che accadono sotto i nostri occhi. Chi, invece, interviene diventa un eroe, ma, anche, il capro espiatorio che si immola in nome dei peccati del mondo. Rimanendo spettatori, non distinguiamo la realtà dall’immaginazione, un po’ come Chisciotte. Solo che lui, sente i punti interrogativi che ci sono nei torti del mondo ed interviene sempre senza nessuna esitazione.
Varrebbe, allora, la pena di darci una sciacquata agli occhi con il suo collirio, per essere un poco meno spettatori e un poco più membri di quella sua cavalleria umana commossa e irritabile.
Noi bussiamo alla sua ombra perché si affacci ancora sul suo quadrupede asmatico a intimare la resa ai prepotenti.

Erri De Luca

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