Coi soldi degli altri



Mentre le imprese chiudono e la gente perde il lavoro a causa della crisi le grandi banche sono già in ripresa e il Wall Street Journal pubblica con orgoglio grafici che mostrano per il 2009 utili con andamento positivo e ricavi superiori a quelli precedenti la crisi (solo negli Usa si prevedono oltre 400 miliardi di dollari).
Mentre i banchieri intascano stipendi e bonus record (i compensi totali e i benefit delle 23 maggiori istituzioni finanziarie statunitensi sono passati da 115 miliardi di dollari del 2008 agli oltre 135 miliardi di di dollari di quest'anno!) si calcola che nel mondo, a causa della crisi, oltre 60 milioni di persone perderanno il lavoro. Il tasso percentuale di disoccupazione, infatti, è di segno esattamente contrario a quello degli utili delle banche e tende ormai verso il 12 percento.
Gli stati, per salvare le banche, hanno aumentato il loro debito pubblico. Con chi? Ma con le banche, naturalmente!
Il debito, che sia il mutuo di un semplice cittadino o il deficit di uno stato, ha questo di bello: si può facilmente calcolare in progressione nel tempo, per gli anni a venire. Si sa già, ad esempio, che quello italiano per il 2014 sarà arrivato a quota 129 percento del Pil! Vale a dire che tutto quello che tutti noi riusciamo a produrre in un anno intero, anche se fosse accantonato per intero, non riuscirebbe comunque a colmare il debito: ne resterebbe fuori ancora un 29 percento!
Intanto noi tutti stiamo già pagando. Il signor Rossi, mounsieur Martin, herr Schmidt, señor Sánchez, mister Smith... E paghiamo due volte, come contribuenti per maggiori tasse e come cittadini con minori servizi. Gli unici a guadagnarci, guarda caso, sono gli stessi che hanno creato la crisi. I compensi dei banchieri continuano a salire vertiginosamente. La sola Goldman Shaks ha già pronti da distribuire ai suoi manager 17 miliardi di dollari in premi!
E in tutto questo non manca nemmeno la presa per il culo. Barack Obama, Nobel Peace Prize Award alla... "buona volontà" (caso scandaloso e, credo, unico nella storia, paragonabile solo a quello per la letteratura dato a Winston Churchill), se n'è venuto fuori giorni fa con un vibrante attacco a lobbysti (vedi sotto) e operatori finanziari dicendo che “usano la loro influenza per mantenere lo status quo che ha massimizzato i loro profitti a spese dei consumatori [sich! A spese dei cittadini, casomai. Ma si sa che per gli americani le due cose sono una sola...], nonostante il fatto che questi ultimi li abbiano salvati [qualcuno ci ha forse interpellati in proposito? Ha chiesto il nostro consenso?] dalle cattive decisioni che avevano preso”. Insomma, alla fine Obama parla come fosse un Gennarino Esposito al Bar dello Sport di Casoria... Ma lui è non è il Presidente degli Stati Uniti? Solo volesse potrebbe anche chiudere Wall Street domattina, o no?
Neil Borofsky, ispettore generale del Tarp (Troubled Asset Relief Program), il programma di aiuti federali alle banche, ha detto che così – pompando liquidità - si stimola l'economia, parlando come si trattasse di un clistere. Il dettaglio è il costo dell'enteroclisma: 23 mila miliardi di dollari (solo negli USA). Quanto al culo, su quello non ci sono dubbi, dobbiamo mettercelo noi tutti...
Nel frattempo i vincitori portano sempre gli stessi nomi, giusto qualche ritocco al brand. Goldman Sachs, Jp Morgan e compagnia bella stanno ancora tutti lì. Sembrava dovessero fallire e sparire tutti, ma governi e banche centrali li hanno salvati: alcune banche sono state nazionalizzate, altre sono state rifinanziate praticamente a costo zero. I soli paesi del G20 hanno speso in questo modo oltre 9.000 miliardi di dollari (!), che arrivano al doppio se si considerano, oltre gli interventi diretti, anche le garanzie prestate. Insomma, qualcosa come quasi 20 mila miliardi (!), il 36 percento di tutti i loro Pil messi insieme. E poi ci vengono a dire che non si può sconfiggere la miseria ed eliminare la fame nel mondo.
Ma sulla torta - e che torta - c'è anche l'immancabile ciliegina. Chi ha infatti “aiutato” i governi nel difficile compito di soccorso e salvataggio? Chi ha fornito loro la consulenza tecnica necessaria, facendosi per questo lautamente retribuire? Ma è ovvio: le banche! Chi sennò?
Le banche si sono quindi salvate reciprocamente tra loro, facendosi pagare la prestazione! L'Ubs, dopo essere stata salvata e rifinanziata dal governo svizzero, ha partecipato con altri governi ad un progetto da oltre 100 miliardi di euro per il salvataggio di altre banche! E lo stesso hanno fatto Jp Morgan, Morgan Stanley, Credit Suisse, Goldman Sachs...
Ma questo è ancora niente, perché se si esamina in dettaglio le tecniche di salvataggio attuate, i piani di risanamento approvati e l'origine dei ricavi (e quindi degli utili) ottenuti si può constatare dell'altro. Ad esempio che, mentre il mondo produttivo si trova a fronteggiare la contrazione del credito e noi cittadini ad affrontare un costo sociale ed economico senza precedenti, le banche, grazie alle immani iniezioni di liquidità, producono ricavi prelevando denaro dalle banche centrali ad un tasso del 1 percento e “ripestandolo” a tassi anche 20 volte superiori(!), lucrando la differenza netta. Con i proventi ottenuti in tal modo, poi, operano il trading in borsa. La nuova “magia” è quindi più o meno questa: le banche centrali e i governi finanziano le banche, le banche alimentano le Borse, le Borse al rialzo risollevano i bilanci delle banche.
Un altro bel giochino, non c'è che dire.
Dà l'idea di un grande, enorme mulino. Un mulino efficiente ed in piena attività, dove da un lato si vedono un sacco di persone entrare portando carrettate di grano. Un mulino che giorno e notte sferraglia, fa un fottio di rumore e muove un sacco di ruote, ingranaggi e macine... ma, sorpresa!, non produce farina! Dall'altra parte, infatti, esce poco e nulla. La gente, con pazienza e rassegnazione aspetta, aspetta...
Ma, tranquilli... Quel mulino non produce farina per quanti son lì che portano il grano, ma i molitori la farina ce l'hanno eccome...


PS A proposito poi di lobbyng...

Obama ne parla come si fosse appena svegliato, facendo finta di saperne poco o nulla, ma cos'è l'attività di lobbyng?
E' il settore più dinamico della politica americana, popolato di eminenze grige con stipendi da sogno.
Marc Racicot, l'ex direttore esecutivo dell'American Insurance Association, il più importante gruppo di lobbyng in campo assicurativo, guadagnava fino allo scorso anno due milioni di dollari! Come? In passato ha contribuito a dirottare la riforma sanitaria di Clinton.
La Sifma (Securities Industry and Financial Markets Association) ha invece contribuito, assieme all'agglomerato lobbistico-finanziario-assicurativo-immobiliare denominato “Fire” (nomen omen), a far eliminare dal Congresso il Glass-Steagall Act, la legge del 1933 che manteneva separate le attività bancarie commerciali da quelle d'affari. Hanno speso qualcosa come più di 2 miliardi di dollari in contributi a partiti politici, parlamentari e congressisti e oltre 3 miliardi e mezzo in stipendi per i lobbisti. La legge infatti è stata alla fine abrogata. E i risultati li abbiamo visti tutti (vedi The Black List).
Adesso certo c'è aria di sputtanamento generale, ma deputati e senatori non possono fare a meno dei generosi “contributi” ai loro fondi politici né di “finanziamenti” per le campagne elettorali nei loro feudi.
Le lobby non sono quindi scomparse ma si sono “riciclate”, hanno cioè cambiato nome.
La trovata è di Jane Hartley, presidente dell'Observatory Group, che non è un'associazione di astronomi dilettanti ma di consulenti politici per il settore finanziario. Questo acquario di pirañas e barracuda preferisce ora farsi chiamare “facilitators” (come dire i "terminators" della corruzione politica).
La signora Jane in occasione dell'insediamento di Obama ha dato col marito, Ralph Schlosstein, gran finanziere e co-fondatore della Black Rock Inc., la società finanziaria che si può dire ha inventato i famigerati MBS (mortgage backed securities), uno dei party più esclusivi della capitale.
Al party c'erano Christopher Dodd, presidente della commissione bancaria del Senato, banchieri come Joe Perella (ex Morgan Stanley) e Roger Altman (ex Lehman Brothers, advisor nelle campagne elettorali di John Kerry e Hillary Clinton) e finanzieri afroamericani come Raymond McGuire ( alla guida del settore Global Banking di Citigroup) e Ronald Blaylock di GenNx360 Capital Partners e c.e.o. della Blaylock & Company Inc. nonché amico personale di Obama.
Praticamente un club di amici degli amici alla guida della finanza e dell'economia.
La domanda è: di cosa avranno parlato tra un cocktail di scampi e una tartina al gaviale? Della pesca del merluzzo nell'Atlantico del Nord? Della coltivazione della vite nella Bassa California? O forse, come dice di fare Berlusconi coi giudici della Corte Costituzionale, delle tecniche di corteggiamento e rituali di accoppiamento dei fagiani dorati e delle quaglie brune? (e non a caso subito dopo la sentenza della Consulta Berlusconi che ha fatto? S'è lamentato, guarda un po', del fatto che Napolitano non avesse fatto anch'egli la dovuta pressione)
To the victor go the spoils”. Quella che si fa sempre più strada - negli Stati Uniti come da noi - è una visione proprietaria del potere, una concezione privata della democrazia.
Obama adesso fa finta di essere nato ieri e si lamenta delle lobby e della finanza, ma lui appena ricevuta la nomina a presidente a chi ha dato l'incaricato di effettuare lo spoil system? A John Podesta, il cui fratello Tony e la moglie Heather sono alla guida della Podesta Group, società che offre “services government relations and public affairs”, praticamente la più potente organizzazione di pressione e indirizzo politico di Washington!
Così tutta l'assegnazione delle cariche di governo e sottogoverno della sua amministrazione è stato attuata - come al solito - attraverso il più consueto e scandaloso sistema di potere: una cuccagna elevata a sistema, un manuale Cencelli col turbo. (D*)

2 commenti:

  1. vorrò vedere a cosa si attaccheranno , quando i soldi degli altri saranno finiti.... tanto ci si arriva...
    sono più loro a mangiare che gli operai a produrre... ci dovrà pur essere una resa dei conti.... ciao R.

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  2. Quando i soldi sono finiti (com'è successo)... li hanno stampati! Hanno messo in moto la tipografia "Lo Turco", quella del film di Totò, "La Banda degli Onesti".
    E a garanzia di tanta carta colorata hanno dato in pegno le nostre vite, e quelle dei nostri figli.
    Si sono ipotecati le nostre esistenze, ci hanno legato a una ruota, ci hanno reso schiavi. Schiavi del debito, del lavoro (quando c'è e quando non c'è), del consumo, della paura, delle guerre, di tutto...
    Sì, ci dovrà pur essere una resa dei conti.
    Ciao, D.

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